L'allenatore del Padova, Matteo Andreoletti, protagonista oggi sulle pagine de Il Mattino di un'intervista natalizia di bilancio di questa esaltante prima parte di campionato. Ecco alcuni passaggi: "Oggi un allenatore non può pensare di essere autoritario e imporre le proprie scelte al gruppo, mi piace ogni tanto sentire il parere dei giocatori sull'aspetto tecnico e gestionale. La nostra forza è quella di avere tanti calciatori che arrivano dal basso e vedono in Padova l'opportunità della vita. Questo fa la differenza".
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Padova, Andreoletti: “Tanti giocatori qui vedono l’opportunità della vita. Vorrei aprire un ciclo”
Sul caso Broh: "Quando torneremo ad allenarci mi confronterò con lui ma senza ingigantire il caso. Io penso che si possa sbagliare e si possa recuperare, non si mette la croce su nessuno. Secondo me ci sono delle situazioni in cui la squadra viene sopra tutto e questo Padova ha qualità morali straordinarie. Broh è entrato in campo con l'atteggiamento sbagliato, senza stare troppo a girarci intorno, l'ho sostituito perchè camminava. Quest'anno non avevo mai parlato in maniera negativa di un giocatore, ma è più educativo e formativo farlo quando si vince, piuttosto che puntargli il dito contro dopo una sconfitta.
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Come si gestisce un divario così ampio in classifica, Andreoletti spiega: "Non ho ricette magiche. Penso che non dobbiamo cambiare, bisogna continuare a lavorare duro ogni giorno senza fare calcoli. Abbiamo un privilegio: non dobbiamo guardare cosa fanno gli altri ma pensare solo a noi stessi. È un privilegio mica da ridere.
A Padova si può aprire un ciclo, soprattutto in caso di promozione: "Mi piacerebbe farlo qui perchè sono molto apprezzato. Sono ambizioso e voglio raggiungere il massimo. Riuscire a farlo in un ambiente in cui sono così stimato mi riempirebbe di orgoglio".
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