Quattro giorni a Ferragosto, la squadra si allena duramente sotto il sole cattivo di questi giorni. A bordo campo, alla Guizza, c'è anche la presidente Alessandra Bianchi, intenta a scrutare il lavoro di giocatori e allenatore. Ci ha concesso un'intervista esclusiva, affrontando diversi temi caldi relativi al Calcio Padova. Non potevamo evitare di partire dal post Palermo, quando Joseph Oughourlian, più deluso che mai, aveva ventilato l'idea di lasciare. Salvo poi ripensarci, anche grazie all'AD, e ripartire con maggior determinazione.
Futuro
Padova, Bianchi: “Altro che sbaraccare, vogliamo basi solide. E su Noventa…”
In tanti, presenti al Barbera, avete detto di non averlo mai visto così amareggiato.
Non è stato facile digerire quella partita, ma il suo era uno stato d'animo che comprendeva anche altro. Alla delusione per quella finale persa, seconda di fila, si sommavano altri fattori. Non da ultimo, sarò sincera, il fatto che Oughourlian si aspettasse maggior cooperazione dal territorio, amministrazione comunale compresa. Nei progetti calcistici vincenti, l'ho sempre detto, è l'unione che fa la forza. Portare in alto il Calcio Padova dovrebbe essere un bene per tutti, ne beneficerebbe tutto il territorio visto le ricadute sociali ed economiche.
Ma quindi, poi, cosa gli ha fatto cambiare idea?
A caldo si può avere un certo stato d'animo, ma su Padova c'è un progetto che vogliamo portare avanti. Magari, cercando di farlo in modo diverso visto che fin qui non abbiamo raggiunto l'obiettivo pur impegnando risorse importanti per la categoria. Il fatto che non vogliamo creare eccessiva pressione quest'anno, non significa certo che l'obiettivo sia diverso da quello delle ultime stagioni.
A Como, la tua città, c'è una proprietà molto forte che sta crescendo per gradi. Si può pensare a un percorso simile qui?
Premesso che ogni progetto calcistico ha una propria fisionomia, non è sbagliato pensarlo. Como ha una proprietà molto forte che si sta muovendo a piccoli passi con un progetto sensato. Il salto in B ha dato loro ulteriore spinta, certo che uscire dalla serie C non è facile neanche spendendo molto, a loro è andata bene, a noi noi. Questa è una categoria dove le differenze si livellano, il successo può essere determinato da una partita e da un risultato.
Eppure in tanti a Padova si spaventano quando si parla di diminuire il budget...
Abbassare il budget non significa voler sbaraccare o ridimensionare o cambiare obiettivi. Vogliamo raggiungere un punto di maggior equilibrio, che passa dall'avere un buon settore giovanile, una struttura dei costi equilibrata e ovviamente una base infrastrutturale. Per questo motivo stiamo lavorando per il centro sportivo, non possiamo rimanere in affitto per sempre.
Il ds Mirabelli come ha preso la scelta di abbassare il monte ingaggi?
E' un aziendalista, appena ha saputo la decisione della società, si è messo testa bassa a lavorare per raggiungere l'obettivo, e ci sta riuscendo. Sa anche lui che vogliamo una struttura di costi più sostenibile.
C'è chi parla pure di società in vendita, del (solito) Banzato come possibile acquirente.
Un conto è dire che siamo aperti a nuovi soci, un conto dire che stiamo cercando di vendere la società. Alessandro Banzato è il presidente del Petrarca Rugby, che ci ospita al Centro Sportivo Geremia, ovviamente lo abbiamo incontrato, ma sono sempre stati incontri istituzionali. L'ultimo è successo un anno e mezzo fa...
Prima hai parlato di infrastrutture, Noventa potrebbe essere un piano B rispetto al cosiddetto Padovanello?
Al momento abbiamo un piano A, che è Padovanello. Ma sarà un progetto lungo e complesso. Noventa è un'opportunità nata nelle ultime settimane, e che abbiamo colto con grande entusiasmo perchè possiamo far capire la nostra idea di fare calcio, abbracciando il territorio, ovvero tutta la Provincia di Padova. Anche questo dovrebbe essere un segnale che non vogliamo di certo "sbaraccare"...
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