In una cornice di pubblico a dir poco particolare per un derby, soprattutto nei primi 20' di partita, il Padova (qui le nostre pagelle ai biancoscudati) non è riuscito a strappare neanche un punto contro il più quotato Venezia. Prima Busio e poi un rigore di Yeboah hanno condannato i biancoscudati alla seconda sconfitta consecutiva in campionato dopo la debacle di Mantova (1-0 al Martelli) prima della sosta per le Nazionali. Nelle ultime cinque partite di Serie B il Padova non ha mai vinto, ma ha raccolto 3 pareggi e 2 sconfitte. Un trend che va invertito già la prossima settimana a Pescara, in una sfida più alla portata, per ritornare a respirare e per allungare il più possibile dalle zone bollenti della graduatoria. Il ko di ieri pomeriggio con la squadra di Giovanni Stroppa non è così preoccupante, che sia chiaro, anche perché vincere la partita sarebbe stata davvero un’impresa. L'atteggiamento patavino, da cui bisogna sempre ripartire e che forse solo a Mantova era un po' mancato, è stato encomiabile, nonostante un gap tecnico e qualitativo molto evidente. Il Venezia è ed è stato più forte. I lagunari, infatti, hanno dato ampia dimostrazione delle loro potenzialità: possono davvero vincere il campionato. Le individualità che hanno a disposizione (su tutti Yeboah, impressionante) non se le possono permettere in molti. Specifichiamo, però, che una differenza così profonda tra il Padova e le squadre già affrontate non si era mai vista. Certo, la sconfitta nel derby fa male, ma ci può stare. Le partite da vincere, o quantomeno da non perdere, erano ben altre. Quella con il Mantova su tutte (forse la sconfitta più dolorosa in assoluto). D'altronde il Padova è una neopromossa, mentre il Venezia l'anno scorso giocava in Serie A...
tutto padova
Padova, bisogna tornare a fare punti: ma non era la partita con il Venezia quella da vincere
L'inizio di partita in un clima surreale
—Pareva di essere tornati indietro nel tempo, alla scorsa stagione. Senza il vero tifo allo stadio, quando si assisteva alle partite sentendo le urla di giocatori e allenatori. I primi 20' di gioco e l'ingresso in campo di Padova e Venezia sul prato dell'Euganeo sono stati momenti quasi surreali. Avvolti nel silenzio più totale, biancoscudati e arancioneroverdi sono scesi in campo anche senza la canzone "Ma quando torno a Padova" di Umberto Marcato (quanta adrenalina sentirla!), che sempre accompagna i giocatori nel momento dell'ingresso in campo. Voltarsi verso la curva degli ospiti (67 gli spettatori veneziani in totale) e non vedere un muro arancioneroverde, ma solo qualche sporadica bandiera e chiazza nera sparsa su tutto il settore, poi, ha tolto sicuramente molto al clima da derby che si poteva creare. Insomma, è stata una partita particolare, non solo sul campo, ma anche sugli spalti. Soprattutto all'alba del match.
Le scelte tattiche di Andreoletti per Padova-Venezia
—Il Venezia si è dimostrato una squadra molto dinamica, rapida e abile nel giro palla nelle prime dodici partite di campionato, nonché una della candidate principali alla vittoria finale, nonostante un rendimento a dir poco negativo in trasferta (fino a ieri). E così Andreoletti ha pensato di provare a pareggiare il dinamismo lagunare a centrocampo, vero punto di forza della squadra di Stroppa. Preferendo in mezzo al campo Capelli a Crisetig e conseguentemente abbassando Harder in regia, e scegliendo Seghetti al posto di Buonaiuto lì davanti. E affidandosi, quindi, a Ghiglione sulla destra, visto lo spostamento di Capelli nel ruolo di mezzala a causa della scarsità di alternative in mezzo al campo di quest'ultimo periodo. Il solito 3-5-2 sulla carta, dunque, con Fortin in porta, Faedo, Sgarbi e Perrotta in difesa. Ghiglione, Fusi, Harder, Capelli e Barreca a centrocampo, con il tandem Bortolussi-Seghetti in attacco. Il Padova, rispetto alla sfida di Mantova, però, è tornato a impostare le proprie manovre d'attacco con il 4-2-4. Quindi, facendo scivolare il terzetto di difesa a destra e arretrando Barreca. E alzando, poi, Capelli a sinistra e Ghiglione a destra, quasi in linea con Bortolussi e Seghetti. Una strategia pensata, probabilmente, per dare più ampiezza alla squadra e per allargare un po' i reparti di un Venezia molto stretto. Soprattutto nelle zone nevralgiche del campo, in cui la qualità lagunare si è rivelata ampiamente superiore.
Il Venezia ha iniziato a martellare fin da subito e su un rinvio con le mani di Fortin per Bortolussi ha recuperato il pallone, permettendo a Busio di involarsi verso l'area e di siglare l'1-0 con una rapidità impressionante. Poi lo stesso Fortin ha salvato in un paio di occasioni. Ma è nel secondo tempo che tatticamente si sono intraviste le alternative tattiche più interessanti per il Padova. Per provare a svoltare l'andamento della gara, infatti, Andreoletti si è affidato al PapuGomez, per la prima volta in campo con la maglia patavina, e a Buonaiuto, al posto di Ghiglione e Seghetti. Entrambi schierati sulla trequarti in una sorta di 3-4-2-1, con Capelli che è tornato nella sua posizione naturale, quella di esterno di fascia a destra, e con la diga mediana composta da Fusi e Harder. Con gli innesti di qualità il Padova è riuscito a guadagnare campo e a trovare giocate più pulite. Ma un errore difensivo di Barreca ha concesso un penalty a Yeboah, glaciale dal dischetto. A questo punto, la salita si è fatta ancor più ripida. Il Venezia si è chiuso con ordine e il Padova ha provato a muovere la palla, impensierendo Stankovic in un paio di occasioni. Ma la svolta non è mai arrivata. E così, al triplice fischio di Maresca, a più riprese contestato dal pubblico di casa, non c'è stato più nulla da fare. 0-2.
L'apporto del Papu Gomez e l'ipotesi 3-4-2-1
—Finalmente il Papu. Padova-Venezia, oltre all'atteggiamento da lodare dei giocatori biancoscudati che hanno lottato su ogni pallone dall'inizio alla fine della partita, ha regalato ai tifosi padovani l'esordio del campione del mondo con la maglia della propria squadra del cuore. Accolto con un applauso calorosissimo al suo ingresso in campo, Gomez ha provato subito a entrare in partita. Facendosi servire e abbassandosi per smistare il pallone. Poco è riuscito a fare, però, in poco più di mezz'ora di gioco. Schierato da Andreoletti sul centro-sinistra della trequarti, la posizione di campo che preferisce e che l'ha reso grande, l'argentino potrà tornare ampiamente utile al Padova. Che, però, come sottolineato dal tecnico in conferenza stampa, dovrà essere bravo a mantenere l'equilibrio, sia in fase offensiva che difensiva. Il PapuGomez in campo non può che essere un valore aggiunto, ma senza dimenticarsi di quell'equilibrio che ha permesso al Padova di vincere diverse partite e di non perderne altre. Ora starà ad Andreoletti capire come spremere al meglio la qualità che ieri ha sfruttato solo a gara in corso (Papu e Buonaiuto). Chissà che già dalla prossima partita contro il Pescara non si possono vedere cambiamenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.padovasport.tv/assets/uploads/202507/1a11ed6f2db4191919ae226615e9aa51.jpg)