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Padova-Catanzaro, la ricostruzione dell’intervento del VAR al gol di Curcio

Padova-Catanzaro, la ricostruzione dell’intervento del VAR al gol di Curcio - immagine 1
La ricostruzione di quanto successo al gol di Curcio con l'intervento del VAR

Tommaso Rocca

Al minuto 77 di Padova-Catanzaro Felipe Curcio incorna in tuffo di testa un corner magistralmente calciato dal sinistro di Chiricò andando ad impattare il match e dando il via alla rimonta biancoscudata culminata al minuto 97 con il gol su punizione del fantasista di Mesagne. L'Euganeo esplode per il pari biancoscudato ma l'euforia per due interminabili minuti lascia spazio alla paura. L'arbitro Daniele Rutella di Enna, che aveva inizialmente convalidato il gol senza alcun dubbio, viene richiamato dalla sala VAR all'on field review per la prima storica volta presente sul prato dell'Euganeo. Il direttore di gara viene richiamato a rivedere le immagini in quanto va valutata la posizione di Jelenic. La valutazione non è tanto sulla posizione del n.11 biancoscudato il cui fuorigioco, netto, sarebbe decisione oggettiva e quindi senza necessità di revisione dell'arbitro tramite VAR. Il motivo per cui Rutella è stato richiamato è dovuto a una valutazione soggettiva, ovvero al fatto che Jelenic disturbi o meno la visuale del portiere Branduani al momento del colpo di testa di Curcio. Il fermo immagine decisivo, che ha aiutato l'arbitro a prendere la decisione finale, mostra come quando Curcio impatta il pallone Jelenic non sia davanti all'estremo difensore calabrese che vede chiaramente la palla partire e che difatti non accenna protesta quando la palla entra in rete. Questa la valutazione di Rutella che ha convalidato la rete anche dopo la revisione al VAR.

Nessun errore tecnico, come qualcuno da Catanzaro aveva provato a insinuare, ma solo una valutazione che è soggettiva e dunque a discrezionalità del direttore di gara. Stesso discorso anche per il fallo che ha originato la punizione del gol-vittoria siglato da Chiricò. L'arbitro punisce il tocco di Scognamillo su Ajeti, non il gioco pericoloso, dato che non alza mai la mano e non dà mai la possibilità di lasciar intendere che la punizione fosse di seconda.

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