Mattia Fortin ha parlato oggi da Pieve sul suo ritorno a Padova: "Una grande emozione, specie per me che sono nato nel settore giovanile del Padova, dall'età di 9 anni. Ripaga tutti i sacrifici, gli allenamenti fatti in questi anni. È una grande responsabilità, ma la considero un'opportunità soprattutto, non sento il peso. La mia vita è sempre stata calcio e studio, mi sono iscritto all'università, a psicologia. Sono un ragazzo normale, il papà portiere ovviamente ha influito sulla scelta del ruolo... ma nessuno mi ha indirizzato, è stata una passione". Il Padova punta molto su di lui: "Sicuramente è un grande attestato di stima e riconoscenza". Sul Legnago: "È stata la prima vera esperienza in un campionato professionistico, spero che quel percorso fatto dia i suoi frutti. Ringrazio Matteo Martini, preparatore dei portiere del Legnago, che è stato importante nella crescita. L'idolo è sempre stato Buffon, a mio parere il più grande portiere della storia. Andreoletti ci ha fatto capire l'importanza di questa annata, il suo gioco è propositivo e stiamo iniziando a conoscere le sue idee. La mia dote migliore è forse la reattività, con l'altezza posso dare una mano nelle palle alte ai difensori. Cano? Mi ha soprannominato il secco per la mia magrezza. Numero maglia? Non lo so, vorrei l'1, ma non comunque la 14 come il papà".
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Padova, Fortin: “Grande emozione e responsabilità a vestire questa maglia”
Il nuovo numero 1 biancoscudato si è presentato in conferenza stampa
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