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il punto
Il Padova ha sfruttato al meglio, capitalizzando con il massimo di punti disponibili, un inizio di campionato sulla carta "morbido". Trento, Caldiero, Arzignano e Alcione Milano sono state abbattute senza troppi sforzi, dimostrazione che la squadra ha già la mentalità da grande squadra del girone, è solida difensivamente (l'unico gol subìto è arrivato a risultato ampiamente consolidato) e ha la giusta maturità per soffrire quando c'è da soffrire e padroneggiare il campo quando ci sono gli spazi (molto spesso a giudicare da queste prime quattro partite). Solo il Renate, per ora tiene il passo: presto per capire la consistenza dell'outsider del momento, così come è prematuro suonare la marcia funebre alla Triestina olandese, sprofondata ieri sotto i colpi dei giovani atalantini.
Quel che conta è che il Padova sta facendo il suo dovere, guidato da un Andreoletti in grande spolvero (ci auguriamo tutti possa tornare ispirato come ai tempi della Pro Sesto). Il merito principale del più giovane allenatore del calcio professionistico, oltre ovviamente ad aver già dato un'identità precisa di gioco, è quello di saper valorizzare l'intera rosa. Ad esempio modificando la difesa, quasi perfetta fino a sabato, per premiare l'impegno di Belli (che ha preso il posto del pur convincente Faedo). Oggi tutti si sentono parte del gruppo, ma nei fatti e non solo a parole. L'abbondanza e la qualità permettono ad Andreoletti di calibrare la formazione sull'avversario, così è facile che contro la Pro Vercelli (reduce da una pesantissima sconfitta) ci possa essere un altro undici titolare. Rimandando poi ulteriori giudizi alle partite difficili: la prima è, ovviamente, il derby di inizio ottobre contro il Vicenza. Proprio ottobre sarà un mese indicativo sulla forza di questa squadra, con le sfide che seguiranno a FeralpiSalò e Renate.
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