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La delusione

Padova, la doppia beffa che rovina una stagione nata sotto i migliori auspici

Padova, la doppia beffa che rovina una stagione nata sotto i migliori auspici

Cos'ha fatto la differenza in negativo nella mancata promozione? Proviamo ad analizzare un'annata che prometteva molto bene

Tommaso Rocca

Fa male, fa tanto male. Difficile riassumere meglio lo stato d'animo biancoscudato di come abbiano fatto il ds Sean Sogliano e il capitano Ronaldo dopo la grande delusione del Moccagatta. Poteva essere un risveglio gioioso e trionfale dopo una cavalcata durata una stagione intera, lunghissima, con in mezzo la beffa del campionato perso per la differenza reti negli scontri diretti con il Perugia. Poteva essere la stagione del rilancio dopo un'annata che chiamare strana è dir poco, sospesa e poi ripartita, che nulla aveva di normale e che aveva visto i rivali storici del Vicenza guadagnarsi la promozione diretta. Poteva essere un campionato vinto, perché quando hai il miglior attacco e la miglior difesa, conquisti 79 punti in 38 partite rimanendo in testa per più di due terzi di stagione l'amarezza è ancora più grande. Poteva essere una pratica chiusa prima perché Matelica e Modena sono stati due k.o. inspiegabili per una squadra che aveva dimostrato di essere da primato, mentre a Trieste quello che è successo ha davvero poco a che fare con il gioco del calcio ed è tutt'ora difficile da spiegare. Poteva essere un'annata da ricordare perché in estate la squadra era stata allestita per vincere, perché non c'erano corazzate destinate ad ammazzare il campionato, perché l'anno scorso la squadra aveva preso le misure e quest'anno i ritocchi e gli innesti avevano senz'altro migliorato la qualità della rosa per il bersaglio grosso. Poteva essere l'anno giusto perché poi a gennaio si è intervenuti in maniera importante sul mercato con acquisti mirati e giocatori pronti a far fare il salto di qualità: Rossettini e Chiricò su tutti, Biasci per "soffiarlo" alla rivale Perugia. Poteva essere l'ambiente ideale per salire di categoria perché si è partiti dall'inizio con un allenatore che sa cosa vuol dire vincere e che si sentiva in dovere di dare una gioia alla piazza per sua stessa ammissione, ma ancor di più perché la società è sempre stata precisa e puntuale nel supportarlo, non solo a parole. Poteva essere una promozione guadagnata ai playoff perché per quanto visto in campo i biancoscudati erano probabilmente la squadra più forte del lotto e sul piano del gioco lo hanno anche dimostrato nella doppia sfida con l'Alessandria dove probabilmente ai punti avrebbero meritato qualcosa di più. Poteva essere e non è stato.

Gli errori che hanno fatto la differenza

Non è andata. E i motivi sono molteplici, impossibile individuare quello decisivo. Non è andata per il punto fatto in due gare con l'Imolese, per i due pareggi con il Fano, per le due sconfitte con il Modena e per Trieste... Per il regolamento che dice che a parità di punti (e di scontri diretti) vale la differenza reti, ma negli scontri diretti stessi. Per l'imbarcata presa a Perugia in una partita poi rivelatasi decisiva. Per l'attacco che si è inceppato nel momento decisivo (dopo la tripletta di Chiricò con il Renate quattro gare senza reti dagli attaccanti). Per i gialli presi da Ronaldo, Chiricò e Hraiech ad Avellino che li hanno esclusi dalla finale di andata dove a giochi fatti ora si pensa che si poteva fare di più. Per la traversa di Della Latta all'Euganeo (e un altro cartellino giallo dopo pochi minuti che sarà decisivo). Per la conclusione di Biasci a metà ripresa che poteva portare avanti i biancoscudati in un momento in cui per entrambe la benzina stava finendo. Per quei pochi centimetri per i quali Dini non è riuscito a deviare almeno 3 conclusione dal dischetto dei rigoristi dell'Alessandria. Per quel rigore di Gasbarro, che non ci avrà dormito la notte... Per questi e per altri mille motivi che possono tornare alla mente dopo una stagione così lunga ed impegnativa nella quale hanno fatto la differenza un gol prima e 11 metri poi. O più semplicemente perché questo è il calcio, qualcuno vince, gli altri perdono. Potrebbe sembrare una stagione fallimentare e per certi versi lo è perché un altro anno di serie C è pesante da sostenere. Ma il calcio è  anche questo. Da domani si guarda al futuro, a una nuova stagione, una nuova avventura con nuovi stimoli e probabilmente nuove facce.

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