Ieri al Gavagnin-Nocini la prima dimostrazione. Stadio piccolo, pochi spettatori locali, oltre mille (tra curva ospiti e tribuna) padovani presenti. Presenti e rumorosi: guardandosi attorno sembrava davvero di giocare a Padova. Uno scenario annunciato, ma comunque surreale: in tanti hanno scelto quest'anno di trasformare gli stadi avversari in una succursale dell'Euganeo. Viceversa lo stadio di casa sarà ancora più lugubre. Almeno inizialmente sembrerà un ritrovo tra pochi appassionati, poco più di mille.
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Padova, le trasferte “casalinghe” saranno di grande aiuto. Ma quei cori…
Cori contro Bianchi e Mirabelli, Peghin si chiede quali siano le colpe
—La partenza della squadra è stata davvero convincente (come negli ultimi tempi, d'altra parte), l'entusiasmo sta montando poco a poco ma resta questa distanza siderale tra una parte di pubblico e la società, una sorta di muro che sembra invalicabile. Ieri anche l'Ad Alessandra Bianchi è stata oggetto di un coro di contestazione, oltre al "solito" Mirabelli. Nel post partita il presidente Francesco Peghin ha parlato di "stonatura" rispetto alla prestazione della squadra in campo e al tifo incessante, ribadendo ancora come la società non abbia colpe specifiche. D'altra parte il caso Euganeo è tutta "farina del sacco" dell'amministrazione comunale, il secondo posto ottenuto l'anno scorso e l'eliminazione dai playoff vanno ancora catalogate sotto la voce "sfortuna" (cos'altro, vista la presenza di un super Mantova che nessuno si aspettava?). Oughourlian investe meno? Contestabile sicuramente, ma i risultati per adesso lo sostengono. In attesa di un'auspicatissima risoluzione del contrasto, godiamoci queste trasferte "casalinghe" che sono davvero un bel colpo d'occhio. E aiutano la squadra lontano da Padova, senza dubbio.
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