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Padova, ricordati che sei primo. Ora un po’ di ordine all’interno dello spogliatoio

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A cinque dalla fine i biancoscudati mostrano fragilità ma mantengono la posizione privilegiata. Andreoletti più che mai in questa stagione dovrà lavorare sulla testa dei suoi
Stefano Viafora
Stefano Viafora Direttore responsabile 

La crisi è arrivata, alla fine, proprio nel momento decisivo della stagione. Ma, smaltita la rabbia per la quarta sconfitta (ancora in trasferta), dobbiamo tutti recuperare lucidità e pensare che stiamo occupando la posizione più ambita. Ovvero quella del primo posto. A cinque dalla fine ci siamo noi lassù e ancora tutto dipende da noi, anche se le fragilità mostrate nelle ultime uscite non sembrano dare garanzie sulla volata finale.

Tutta questione di testa

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Conta poco a questo punto che il Vicenza sia un po' più forte "sulla carta". Vedere l'obiettivo che si avvicina da primi in classifica, e centrarlo, è solo una questione di testa e nervi saldi. Per capirci, non quelli di Liguori di ieri. L'attaccante doveva lasciare il dischetto al (troppo buono) Bortolussi, cecchino fin qui infallibile che poteva pure raggiungere Vlahovic nella classifica marcatori. Insomma, anche lui aveva tutti i buoni motivi per calciare quel maledetto rigore. Ma soprattutto, era lui il primo rigorista designato. Andreoletti paga un po' di inesperienza nella gestione di questa situazione ma ora deve mettere ordine all'interno dello spogliatoio. Tutti devono essere uniti per infilare cinque vittorie. Ma soprattutto concentrati. E il ritiro (più che i discorsi in cerchio a fine gara), come abbiamo già scritto su queste pagine, magari non sarà la medicina ma può essere di buon aiuto.