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Padova, usiamo le parole giuste: non è ridimensionamento, ma rivoluzione

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C'è stato un chiaro input dall'alto: servono forze nuove, tanti giocatori hanno fatto il loro tempo qui

Stefano Viafora

Negli occhi c'è ancora la finale di Palermo, il sogno interrotto, all'ultimo respiro come 12 mesi prima. Il malumore che serpeggia tra la tifoseria del Padova è di certo comprensibile in questa fase di attesa, che tuttavia durerà ancora poco. La notizia del mancato rinnovo di Oddo, poi, è stata letto da molti come un'ulteriore spinta al ribasso delle ambizioni del Padova in vista del prossimo campionato. Va però fatta una lettura più in profondità: ovvero che la proprietà vuole dare una ventata di aria fresca alla rosa, detto brutalmente, vuole vedere altre facce. Joseph Oughourlian, anche se nessuno lo ammetterà mai pubblicamente in società, aveva deciso anche di mollare tutto dopo Palermo. Infuriato per come la squadra gli aveva voltato le spalle dopo tante rassicurazioni, tradendo la tifoseria padovana, accorsa in massa per il rush finale, con un entusiasmo che non si vedeva da tempo da queste parti. Si aggiunga anche il pochissimo sostegno dall'amministrazione comunale (e lì la partita è ancora aperta...). Eravamo, davvero, vicini al "Sai che c'è? Me ne vado e tanti saluti".

Via chi pensa solo al contratto

Poi, è successo che la saggia amministratrice Alessandra Bianchi lo ha fatto ragionare. Il proprietario del Padova ha ritrovato l'afflato, ma ha voluto mettere dei paletti: adesso si punta sulle motivazioni, via chi, strapagato, non ha portato ad alcun risultato. Dentro giocatori, anche senza nomi altisonanti, che mangiano l'erba, un po' con lo spirito visto nel Palermo. Anche l'allenatore deve accontentarsi di poco. Il budget però rimane di tutto rispetto. Quello di partenza. Perchè Oughourlian ci ha insegnato che in corso d'opera tende a non tirarsi indietro se le cose vanno per il verso giusto (vedi ultime due stagioni). Logico che in serie C il budget è mangiato tutto dal monte ingaggi, salvo casi rari (tipo Biasci) non sono previsti esborsi per acquistare il cartellino dei giocatori. Quindi ridurre il budget oggi, anche se di poco, vuole dire eliminare ingaggi pesanti. Solo così si può far spazio alla rivoluzione che chiede Oughourlian. Ma oggi, che c'è da scegliere l'allenatore, non si può sforare e quindi le richieste economiche di Oddo (da allenatore di alta classifica di serie C) non sono state esaudite, così come non è stato possibile garantire la permanenza di Ajeti (in scadenza, andrà via), che Oddo aveva chiesto (come conditio sine qua non) insieme a un gruppetto di altri giocatori, ormai noto (Donnarumma, Valentini, Kirwan, Germano, Saber, Jelenic). Oddo non se l'è sentita di fare un salto nel buio, e, per carità, è comprensibile. La rivoluzione adesso passa anche dalle partenze di Chiricò (che ha un ingaggio altissimo, quasi folle per la categoria), Ronaldo (chiesto da Crotone e con qualche sondaggio in B) e Della Latta (Pescara?). Anche Donnarumma potrebbe lasciare, con le sirene dalla B che è quasi impossibile ignorare (ma ci sta ancora lavorando Mirabelli). Ci saranno tante altre partenze/cessioni ma è bene mettere un punto fermo: non sarà ridimensionamento, ma rivoluzione. Sarà un Padova diverso, ma altamente competitivo. Questa proprietà, crediamo, merita ancora la fiducia di Padova.

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