In molti, nell’ultimo decennio, lo hanno soprannominato “Metodo Bisoli”: pochi fronzoli, ma tanta sostanza. All’indomani dell’investitura ufficiale che l’ha portato sulla panchina biancoscudata, Padova scopre il suo nuovo allenatore. E le prime reazioni della piazza sono positive: dal gioco apertamente spregiudicato di Auteri, si è arrivati alla concretezza e al pugno di ferro del tecnico bolognese, e la quasi totalità dei tifosi ha apprezzato comunque la scelta della società, segno che dopo l’ultima annata il pubblico aveva bisogno non del bel gioco, ma di certezze. Lunedì, quando sarà il momento della presentazione ufficiale, saranno le sue stesse parole a delineare la filosofia del nuovo Padova. Per ora, però, scopriamo qual è la mentalità del suo tecnico.
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Padova, via al metodo-Bisoli: “Chi lavora poco con me ha vita breve”
In molti, nell’ultimo decennio, lo hanno soprannominato “Metodo Bisoli”: pochi fronzoli, ma tanta sostanza. All’indomani dell’investitura ufficiale che l’ha portato sulla panchina biancoscudata, Padova scopre il suo nuovo allenatore. E...
SERGENTE DI FERRO. «Dicono che i miei allenamenti sono particolarmente duri, ed è vero»: questo ha sempre sostenuto Pierpaolo Bisoli parlando dei propri metodi. «Credo nel lavoro, nella fatica e nell’organizzazione di squadra, soprattutto in fase difensiva. Se c’è qualcuno che pensa di potersi risparmiare in allenamento in vista della partita, di tenere comportamenti non da atleta, con me non avrà vita facile». E bastano queste poche parole, che Bisoli pronunciò due anni fa, insediandosi a Perugia, per capire come mai il pubblico padovano si sia schierato quasi totalmente già dalla sua parte. Quasi due ore di allenamento a ritmi forsennati, ripetute in serie e strenuo lavoro di tattica:«“Inizialmente i giocatori saranno a pezzi, poi mi ringrazieranno», la sua ferma certezza.
SUL CAMPO. Passi l’allenamento, ma è poi la domenica che si decide tutto. In carriera Bisoli di promozioni ne ha conquistate tre, tutte col Cesena: una in B e due in A, tra l’altro anche grazie al Padova che, fermando la Pro Patria nel 2009 e il Brescia nel 2010, si è costruito... un debito di riconoscenza nei confronti del tecnico emiliano. La principale caratteristica delle sue squadre è di adattarsi in maniera maniacale all’avversario di turno: si comincia con un modulo, e difficilmente la gara si conclude con la stessa impostazione. La difesa a quattro dovrebbe essere il capostipite anche del nuovo Padova, ma se sarà 4-3-3, 4-3-1-2 o 4-2-3-1 lo si capirà dal ritiro. Chi avrebbe voluto il calcio spettacolo di Auteri, forse rimarrà deluso: il Padova del prossimo campionato, in linea con la filosofia del tecnico arrivato dalla Serie B, penserà più che altro al risultato. La lunga corsa comincia da qui: dalla voglia di rivincita di Bisoli e di tutto l’ambiente biancoscudato. (Da Il Mattino)
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