Direttamente dal ritiro abruzzese di Rivisondoli le prime parole da giocatore biancoscudato di Andrea Zanchi: "L'obiettivo è quello di arrivare più in alto possibile. Ho avuto la sfortuna di trovarmi in qualche situazione poco felice, non per colpa mia come Rieti, Pro Piacenza e Catania l'ultimo anno, ho tanta voglia di rimettermi in gioco. A Rieti ho avuto mister Caneo, anche se per poco tempo. Quando chiama il Padova la trattativa non è difficile, il mister sicuramente ci ha messo del suo perché mi conosce. Come ha detto lui la difficoltà che ha trovato la scorsa stagione è quella di non aver avuto una rosa lunga per poter avere dei ricambi all'altezza per cui avere le coppie per ogni ruolo aiuterà a fare bene durante tutto l'anno. Potevo andare alla Turris lo scorso gennaio, poi il direttore Pellegrino del Catania non mi ha lasciato partire. Conosco il gioco del mister, è dispendioso ma se interpretato bene può far togliere grandi soddisfazioni sia personali che di squadra. Gli ultimi sei mesi a Catania sono stati pesanti, non era facile perché non si sapeva ogni giorno cosa aspettarsi, a chi fare riferimento. Sono un lavoratore, dimostrerò con il lavoro di meritarmi lo spazio in campo. Con Felipe (Curcio) la competizione sarà sana, lo conosco e ci giocheremo il posto ma sempre considerando che questa competizione deve fare il bene della squadra. L'ambizione ha sempre fatto parte del mio essere, sono un giocatore prevalentemente offensivo, mi piace far segnare gli altri, diciamo che mi fa piacere fare gli assist ai miei compagni. Ho giocato anche terzo di difesa, anche due anni fa a Catania ma il mio ruolo è di esterno sinistro in un centrocampo a quattro. Conosco Russini, l'anno scorso giocava con me sulla catena di sinistra. Ha tutto per emergere in questa categoria, ha grandi doti fisiche e tecniche e giocare vicino a lui è sicuramente un vantaggio per chi arriva da dietro. Meglio giocare 20 partite in una piazza come Padova che 35 in qualsiasi altra piazza con minori ambizione. Come va in ritiro? Per la prima volta sono andato in treno, è stato qualcosa di diverso. Ho parlato con Moro e Zaccagno che sono nativi di Padova, mi hanno detto che in città si vive bene, io porto qui la mia famiglia e avrò tempo per conoscere la città. Il Padova è sempre partito per vincere il campionato, non c'è una formula magica per vincerlo, basta vedere il Bari nel girone C che ho incontrato tante volte la difficoltà che aveva in campi come Pagani e Bisceglie. Playoff? Li ho fatti con Sudtirol e Perugia, sono una lotteria. Credo che arrivarci con il secondo posto sia il piazzamento peggiore, stare fermi un mese e trovare squadre che iniziano a giocare prima di te è davvero complicato. Basta vedere il Palermo la scorsa stagione. Iniziare un nuovo ciclo è l'obiettivo di questa stagione, il calcio ogni giorno ti mette di fronte nuove opportunità, dobbiamo guardare avanti e non pensare al passato che tanto ormai è un discorso che non potremo cambiare. Dovremo partire con entusiasmo, fare bene, vincere aiuta a vincere per cui sarà importante essere tutti uniti e andare nella stessa direzione".
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Padova, Zanchi: “Conosco già il mister. Il suo gioco è dispendioso ma può darci grandi soddisfazioni”
Le prime parole da giocatore del Padova di Andrea Zanchi
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