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Un successo non da neopromossa: così il Padova ha espugnato Monza

Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 
Una delle vittorie più importanti della sua storia recente. Il Padova (qui le nostre pagelle ai biancoscudati) espugna uno dei campi più difficili della Serie B, l’U-Power Stadium di Monza, e si regala una domenica da sogno (chissà in quali...

Una delle vittorie più importanti della sua storia recente. Il Padova (qui le nostre pagelle ai biancoscudati) espugna uno dei campi più difficili della Serie B, l’U-Power Stadium di Monza, e si regala una domenica da sogno (chissà in quali modi più disparati staranno festeggiando gli amanti del Calcio Padova…). Con una prestazione solida, gagliarda e a dir poco determinata, culminata con la magia di Varas a inizio ripresa, i biancoscudati tornano a casa con un altro successo, il secondo consecutivo. Dopo la Virtus Entella, ora anche il Monza. E non c’è due senza tre… vedremo martedì contro l’Avellino. Ora è presto per pensarci. Meglio godersi i 7 punti in classifica e riesaminare la prestazione vincente contro i brianzoli. Perché ci sono diversi spunti, la maggior parte molto positivi, da analizzare della sfida vinta ieri dal Padova di Matteo Andreoletti per 0-1 contro il Monza di Paolo Bianco.

Il primo tempo di Monza-Padova

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Squadra che vince non si cambia. Scelta saggia del tecnico Andreoletti, che conferma in toto l’undici che ha strappato i primi 3 punti della stagione contro la Virtus Entella di Andrea Chiappella (2-1 all’Euganeo). Al Brianteo, infatti, ecco Fortin tra i pali, con Faedo, Sgarbi e Perrotta in difesa; a centrocampo capitan Crisetig a giostrare, Varas e Fusi a supportarlo da mezzali, mentre Capelli e Barreca agiscono sulle due corsie esterne. In attacco, nonostante il ballottaggio con Buonaiuto, l’allenatore ex Pro Sesto decide di confermare Lasagna al fianco di Bortolussi. Solito 3-5-2, dunque, che, come vedremo, si trasformerà come di consueto in uno schieramento diverso in fase offensiva. Il Monza, invece, adotta uno stile tattico simile a quello biancoscudato, con una differenza nel reparto d’attacco. Alle spalle dell’unica punta Alvarez, infatti, ci sono Maric e Colpani. Doppio trequartista, con un centrocampista in meno in mediana. Colombo e Obiang sono quindi chiamati a tutto il lavoro sporco nel traffico di mezzo, Birindelli e Azzi a correre a più non posso sulle due corsie. Lì dietro, a protezione della porta di Thiam, il terzetto Izzo-Ravanelli-Lucchesi (spoiler: Delli Carri non vedrà il campo).

Il Padova, fin dai primissimi istanti di gioco, si dimostra coraggioso e sfrontato, senza paura, proprio come aveva chiesto Andreoletti alla vigilia. In uno stadio così, contro una squadra appena retrocessa dalla Serie A non puoi permetterti infatti di entrare in campo impaurito: vieni sbranato vivo. E così i biancoscudati fanno il proprio gioco e per 40’ schiacciano il Monza nella sua metà campo. Lo stiamo imparando a conoscere il nuovo Padova, che attacca mutando il proprio 3-5-2 in un 4-2-4. Faedo si apre a destra e Barreca frena la sua corsa a sinistra per allinearsi anche con Sgarbi e Perrotta. Crisetig e Fusi impostano le manovre d’attacco, con licenza da parte del secondo di sganciarsi per affondare il colpo. Varas, invece, si apre a sinistra nel ruolo di ala, così come Capelli a destra. Al centro il tandem composto da Bortolussi e Lasagna. I due giocano molto vicini, si cercano e cercano il pallone, ma quando la squadra difende e si compatta in un 5-3-2, rimangono più avanzati, tranciando la creazione andreolettiana in due corpi distinti. Più avanzati i due centravanti, che hanno il compito di tenere bassi i braccetti brianzoli Lucchesi e Izzo, più arretrati i loro compagni, chiamati a una meticolosa gestione della fase offensiva dei padroni di casa, che dispongono di un repertorio davvero pericoloso. Quando il Monza, però, attacca con costanza, allora Lasagna si spende anche in fase difensiva, isolando Bortolussi in attacco e coprendo gli inserimenti principalmente di Lucchesi.

Il Padova, dicevamo, riesce a premere con costanza, alzando pure nei primi minuti di gara Faedo, che pare più una mezzala che un difensore. E così i biancoscudati collezionano una sfilza di occasioni: al 6’ Lasagna spara a lato, al 10’ Thiam blocca il destro di Varas, più tardi Fusi centra in pieno la traversa con una parabola stratosferica, poi Lasagna spreca ancora due volte e infine Capelli conclude centrale. Il Padova riesce a sfondare perché è convinto del proprio gioco, perché gli automatismi si stanno oliando come nei momenti migliori della scorsa stagione e perché stranamente trova una marea di spazi lasciati dalla squadra avversaria. Forse il Monza si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso e avrebbe preferito fare la partita. Così non è stato, almeno nel primo tempo. Stroncando le certezze avversarie Andreoletti è riuscito a imporre il proprio ritmo e a mettere in difficoltà un Monza che nella prima frazione si è reso pericoloso solo con una sassata di Obiang, ben controllata da Fortin, e con un tap-in di Lucchesi terminato a lato. Poi il vuoto. Perché è stato il Padova a fare la partita e non il Monza. Altro che “cerchiamo di portarci a casa un punticino”…

Il secondo tempo della sfida dell’U-Power Stadium

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La ripresa di Monza si apre con un’ammonizione rimediata da Perrotta (forse si poteva evitare) e con il gol del Padova al 51’. Calcio di punizione battuto da Barreca, la difesa brianzola spazza, ma sul pallone si avventa Varas, che colpisce al volo e piazza all’angolino basso, facendo esplodere di gioia gli 899 padovani presenti allo stadio. Un gol bellissimo, il primo centro in Serie B, per uno dei veterani della rosa. Dopo la rete del vantaggio, però, inizia un’altra partita. Il Monza si sveglia in seguito al duro colpo subito e inizia a giocare come sa davvero fare, sfruttando anche il supporto della panchina. Al 57’, infatti, Bianco sostituisce uno spento Colpani e Colombo con Zeroli e Galazzi, che riescono a riportare vitalità nelle manovre brianzole, oltre che un pizzico di spensieratezza. Il Padova chiude ogni spazio, si arrocca dietro e per ripartire prova a sfruttare anche l’abilità di Buonaiuto, entrato in campo al posto di Lasagna. Con qualche bella invenzione l’ex Cremonese prova sia a mettersi in proprio che a servire i compagni, ma ora, ad avere in mano l’incontro, è il Monza, che detta legge in casa propria, mentre il Padova subisce. La formazione di Andreoletti, a questo punto, non può far altro che stringere le linee, abbassarsi e tirare fuori ogni goccia di sudore da versare in campo. 5-3-2 basso, coperture attente e aiuto reciproco. Anche perché al 65’ entrano in campo due big come Petagna e Caprari (out Alvarez e Maric).

Crisetig viene ingiustamente ammonito su una simulazione plateale di un avversario, ma il peso del cartellino non sembra disturbarlo. Il capitano, infatti, continua a dare ordini in mezzo al campo come se nulla fosse accaduto. Al 69’, però, accade quello che nessuno avrebbe voluto. Il Monza costruisce una buona azione che si sviluppa sulla sinistra: Azzi mette dentro e Zeroli supera di testa Fortin. Non attentissimi in quella circostanza Sgarbi e Perrotta, che forse avevano pensato a tenere alta la linea difensiva. Ma il gol del pareggio viene annullato, perché Azzi è in offside. Sospiro di sollievo. Andreoletti, però, percepisce il pericolo e cambia ancora. Dentro Di Maggio e Harder per Crisetig e Varas. Il principino azzurro passa in mediana, con Fusi e proprio Di Maggio da mezzali. Con un centrocampo più dinamico e più fresco, ora il Padova ha più corsa. Nonostante questo, però, Caprari si accentra e mette in mostra tutto il suo talento, sprigionando un destro che si schianta sul palo interno. Brividi. Ma è giusto così: 1-1 nei pali colpiti. Più tardi Andreoletti inserisce anche Favale per uno stremato Barreca, confermandosi per la terza volta di fila (dopo Frosinone e Virtus Entella) un allenatore che non ha sempre bisogno di ricorrere alle cinque sostituzioni. L’equilibrio che c’è in campo viene prima di tutto il resto, anche se alcuni calciatori meriterebbero di giocare. Ma è giusto così: prima la squadra. Bianco, invece, prova a ricorrere anche al supporto di Carboni per Lucchesi, ma la partita si chiude così, sullo 0-1, dopo 6’ di recupero e una grande sofferenza in panchina, sugli spalti e sui divani dei tifosi rimasti a casa.

Un Padova completo, che sta assumendo chiaramente una propria identità in Serie B dopo diverse partite di adattamento a una categoria assai diversa dalla Serie C, a cui è stato abituato per troppi anni. Un Padova dai due volti: bello da vedere, determinato e sfrontato nel primo tempo, attento, solido, furbo e scaltro nel secondo. Due frazioni di gioco diametralmente opposte, ma che sommate danno un esito più che positivo. 7 punti raccolti in 5 partite sono un bottino di grande prestigio per una neopromossa. Il Padova non è affatto spacciato in partenza: se la giocherà. E chissà che non riesca anche a togliersi qualche soddisfazione in più. Fiducia totale nella ciurma di Andreoletti.