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Uno schiaffo d’esperienza a Bari: un episodio condanna un Padova che stava gestendo a modo suo

Uno schiaffo d’esperienza a Bari: un episodio condanna un Padova che stava gestendo a modo suo - immagine 1
Per come s’era indirizzata, la partita di ieri con il Bari era da vincere. Ma gli episodi nel calcio fanno ancora la differenza e rischiano di rovinare una buona prestazione. Sì, perché il Padova che si è visto al San Nicola con il Bari, non...
Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 

Per come s’era indirizzata, la partita di ieri con il Bari era da vincere. Ma gli episodi nel calcio fanno ancora la differenza e rischiano di rovinare una buona prestazione. Sì, perché il Padova che si è visto al San Nicola con il Bari, non stava sfigurando affatto, ma anzi, stava controllando l’incontro, a modo suo, soprattutto nel secondo tempo. Non con una gestione attenta e oculata di ogni manovra, ma spingendo sull’acceleratore, come ha spiegato chiaramente nel post-gara il tecnico Matteo Andreoletti (qui le sue parole). Perché questo sa fare. Il Padova riesce solo a premere, mai a fermarsi e ad amministrare con saggezza. Ci si dovrà arrivare in futuro, con il lavoro e la quotidianità. Perché farlo è fondamentale. Se con l’Avellino e con i galletti la squadra fosse riuscita a controllare il gioco, rallentandolo, portandoselo dalla propria parte e non lasciando spazio di manovra agli avversari, magari staremmo parlando di due risultati differenti. Ma è andata così, non è un dramma e non ha senso piangersi addosso alla 7a giornata di Serie B. Il Padova è più che vivo, scalpita, e Andreoletti ha in mano la situazione. Certo, ci sono aspetti da migliorare e altri da analizzare, come proviamo a fare noi adesso, sviscerando la sfida di ieri tra Bari e Padova.

Il primo tempo di Bari-Padova

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In un gigantesco San Nicola, a farsi sentire sono maggiormente i tifosi padovani. Sono 294 gli innamorati che hanno attraversato l’Italia per seguire la sfortunata partita di ieri. Che era iniziata bene, con gli stessi uomini che avevano vinto con Virtus Entella (2-1 all’Euganeo) e Monza (0-1 all’U-Power Stadium). Nel turno infrasettimanale Andreoletti aveva deciso di cambiare tre undicesimi della formazione “tipo” in questo momento. Ieri, invece, è tornato sui suoi passi. Perché, evidentemente, adesso è l’undici che dà più garanzie fisiche e tattiche. Così, in Puglia, nel solito 3-5-2, Fortin viene confermato tra i pali, con Faedo, Sgarbi e Perrotta in difesa. Crisetig torna a dettare legge in regia, con Fusi e Varas che agiscono da mezzali. Capelli sgasa a destra, Barreca torna a farlo a sinistra. Lì davanti Bortolussi e Lasagna, con Buonaiuto che parte dalla panchina. Il modulo andreolettiano, questa volta, non si trasforma in un 4-2-4 come nelle ultime uscite quando la squadra attacca. Ma resta un vero e proprio classico 3-5-2. Il terzetto di difesa (Faedo-Sgarbi-Perrotta) rimane in posizione, Crisetig si abbassa rispetto alle due mezzali per prendersi il pallone e smistarlo. Varas non si allarga a sinistra, ma rimane più contenuto nel mezzo. Barreca si alza, rispetto al ruolo più bloccato delle ultime settimane, e Capelli pure, seppur rimanga sempre più basso rispetto alla posizione mantenuta nel 4-2-4. In attacco, invece, Bortolussi e Lasagna giocano molto vicini, si cercano, a volte si sganciano per recuperare il pallone che arriva dal basso e a volte partono all’attacco della profondità alle spalle della difesa barese.

Così il Padova costruisce la propria partita, difendendosi invece con il consueto 5-3-2 in fase di contenimento. Questa volta, però, i biancoscudati non partono a razzo. Sono più prudenti, verticalizzano meno, fanno girare il pallone e cercano dei varchi per colpire il Bari, sistemato in campo con un 4-3-3 che per larghi tratti della partita non convince. Il Padova, con il “nuovo” modo di costruire, forse mira a ricercare un maggior equilibrio. Non serve segnare due gol in mezz’ora per forza, ne basta anche uno, per poi vincere e portarsi a casa i tre punti. Così il Padova parte più piano, gestisce e dosa le energie. Da considerare anche il primo turno infrasettimanale di martedì, mai scontato: toglie lucidità e freschezza. Il primo tempo, dunque, si rivela abbastanza monotono, ma i patavini non danno mai l’impressione di poter sbandare. Anzi, quando attaccano e premono sull’acceleratore sembrano poter far male. E ci provano anche, senza grandi risultati. Sgarbi al 21’ colpisce di testa, spedendo a lato, mentre Lasagna a frazione quasi conclusa tocca con il piede su un cross di Capelli, non impensierendo davvero Cerofolini, portiere del Bari. La squadra di Fabio Caserta, invece, innesca maggiormente i propri attaccanti: Antonucci sporca i guantoni di Fortin al 12’, Meroni mette a lato subito dopo e Antonucci di nuovo calcia centrale. Ma con il passare dei minuti, la formazione di casa sembra spegnersi gradualmente, mentre il Padova, che non ha fretta di velocizzare le proprie manovre, sale d’intensità. È il preludio a ciò che succederà nel corso della ripresa. Di tutto.

Il secondo tempo della sfida del San Nicola

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Il Bari è anche sfortunato, perché costretto a cambiare Nikolaou con Kassama al 20’. E così Caserta, a inizio ripresa, sostituisce anche Burgio e un inesistente Gytkjaer per Dorval e Moncini, due dei protagonisti del ko padovano. Ma quando riparte l’incontro nulla di tutto questo sembra poter accadere. Perché è il Padova a spingere con più insistenza. Il Bari continua a giocare per inerzia, trascinato dalle ondate offensive biancoscudate, che al 50’ portano al gol del vantaggio. Capelli imbuca per Bortolussi in profondità con una sventagliata magnifica e il bomber umbro tocca quel pallone quel tanto che basta per scavalcare Cerofolini e segnare il suo terzo centro stagionale. A questo punto il Bari sembra essersi arreso, non avanza più e il Padova cerca il raddoppio. Bortolussi ha una doppia chance da corner e Fusi in tuffo davanti alla porta spara fuori. Manca solo la rete del 2-0, che sarebbe anche stata giusta vista la nullità di opportunità baresi, se non in una singola occasione da calcio piazzato al 54’. Ma al 71’ succede l’impensabile. Il pallone vaga pericolosamente nell’area del Padova, Moncini se ne impossessa lanciato di fronte a Fortin e Capelli è così costretto a stenderlo, trattenendogli il braccio sinistro in area di rigore (analizzeremo nei prossimi giorni questo episodio). Per Manganiello, arbitro dell’incontro, è penalty e cartellino rosso per l'ex Pro Sesto. Lo stesso Moncini si presenta dal dischetto, Fortin indovina l’angolo, ma la sfera passa ugualmente. Trafitto il Padova.

Da qui la partita si stravolge. Andreoletti sostituisce Bortolussi e Crisetig per Ghiglione e Harder, togliendo quindi un centravanti per un esterno di fascia. Si passa così a un 5-3-1, con il Padova che ora è chiamato a difendere con le unghie e con i denti il pareggio. Il solo Lasagna prova a fare reparto in attacco, senza grandi risultati, mentre il resto della squadra si difende basso. Il Bari inserisce forze fresche e molti attaccanti, per sbilanciarsi e provare a vincere la prima partita della propria stagione. Cerri e Pereiro sono i nuovi innesti offensivi, ma è Verreth a calciare verso la porta, fuori. Per resistere, il tecnico padovano inserisce in campo anche Favale e Di Maggio per Barreca e Fusi, ma 3’ dopo il Bari sfonda la muraglia del Padova e si porta in vantaggio. Corner battuto corto, Dorval (forse lasciato troppo libero di agire) con il destro crossa nell’area piccola per la testa di Cerri, che beffa Favale e spinge alle spalle di un Fortin che doveva uscire in una porzione di campo che è sua competenza. Un gol evitabile, che però non scoraggia il Padova. I giocatori rimasti in campo, con l’aiuto anche di Buonaiuto, si giocano il tutto per tutto, ma non riescono a segnare. E così, al triplice fischio del direttore di gara, la partita si conclude con una beffa atroce. Il Bari vince 2-1 in rimonta e il Padova spreca una grande chance di continuare la sua striscia positiva di risultati.

Tra errori individuali nei gol subiti (Capelli nel rigore di Moncini, Favale e la difesa in generale nella rete di Cerri, così come Fortin) e una gestione più bilanciata della partita da ricercare e sviluppare, il Padova ha ancora da migliorare. Servono più furbizia e più esperienza. Ma questa si acquisisce soltanto giocando, giocando e... giocando! Andreoletti fin qui si è quasi sempre affidato ai giocatori che hanno trainato il Padova in Serie B, che di esperienza nella categoria ne hanno poca. La stanno maturando adesso e la devono far sbocciare, per non sbagliare in momenti come questi. Avellino e Bari sono due grandi lezioni dopo le due enormi prove con la Virtus Entella e il Monza. Per ripartire più forte dopo la sosta, più equilibrati e con un bagaglio d'esperienza più grande. Ma lo ripetiamo: il Padova c'è!