Tutto bene? No, ed è un peccato. Non ci riferiamo a quello che dice il campo, perché lì le cose funzionano al meglio (o quasi) e la soddisfazione di vedere il Padova, il nuovo Padova, correre come un Tgv e non conoscere ostacoli di sorta è qualcosa di unico, riconciliando di settimana in settimana la piazza con la massima espressione calcistica che la rappresenta. Dei primati battuti e delle vittorie di Cunico & C., chiamati a dare una risposta convincente al primo esame senza due big come Segato e Ferretti, leggete a parte. Purtroppo però, in un’altra domenica piena di sostanza per la coppia Bergamin-Bonetto, sulle cui spalle poggia, sinora con successo, la rinascita del Biancoscudo, la nota stonata arriva dal solito imbecille annidato fra le centinaia di tifosi che si stanno sobbarcando trasferte dense di soddisfazioni. Perché le conseguenze del petardo fatto esplodere a Fontanafredda nella tribuna riservata agli ospiti dopo il 3-1 di Tiboni, e preceduto dalla simpatica “goliardata” della bambola gonfiabile messa in mano al giocatore bresciano per festeggiarne il gol, rischiano di essere pesanti. Un gesto stupido, di cui nessuno sentiva il bisogno, e che, per mano di uno, finisce per colpevolizzare un’intera tifoseria, che sta rivelandosi, di partita in partita, l’uomo in più per la squadra di Parlato, sia all’Euganeo che lontano da esso. Quando una società - era successo a Montebelluna, alla seconda giornata, con il lancio di una bottiglietta piena d’acqua contro uno dei due assistenti del direttore di gara, colpito leggermente ad una gamba - viene diffidata per il comportamento dei suoi sostenitori (oltre alla pesante multa che ciò comporta), il buonsenso imporrebbe di evitare di metterla ulteriormente in difficoltà con altri atti proibiti all’interno degli stadi: passi per il botto esploso all’esterno dell’impianto prima della partita, ma quando un petardo deflagra all’interno, non importa se sugli spalti (dove c’erano, oltretutto, alcuni bambini) o sul terreno di gioco (sarebbe stato peggio, ma non è accaduto per fortuna), non si può tentare di ridurre il gesto alla stregua di una “ragazzata”. E la reazione dei capi della Tribuna Fattori, a pochi metri di distanza dal punto dello scoppio, è stata quella che tutti si sarebbero aspettati: un’incazzatura solenne, perché loro per primi sono consci delle conseguenze che un atto del genere può comportare. Arbitro e commissario di campo della Can D hanno riferito nel loro rapporto ciò che hanno visto e sentito: se il giudice, dovendo pronunciarsi sul merito nei confronti di una società già diffidata, non calcherà la mano, come tutti ci auguriamo, la Biancoscudati Padova rimedierà solo una grossa multa. Se, invece, i due avranno scritto qualcos’altro (tipo il petardo è esploso, sì, in mezzo al pubblico, ma nelle vicinanze dell’assistente Copparoni di Bologna, procurandogli fastidio per alcuni minuti), allora il timore di avere l’Euganeo squalificato diverrebbe concreto. E giocare il big match con il Belluno di domenica 19 in una sede neutra rappresenterebbe in partenza la peggiore delle sconfitte possibili per una tifoseria che sin qui ha raccolto in giro simpatie e ammirazione. Daspo o non daspo, che qualcuno glielo faccia capire bene all’irresponsabile di ieri.
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Petardo tra i tifosi, Euganeo a rischio squalifica con il Belluno
Tutto bene? No, ed è un peccato. Non ci riferiamo a quello che dice il campo, perché lì le cose funzionano al meglio (o quasi) e la soddisfazione di vedere il Padova, il nuovo Padova, correre come un Tgv e non conoscere ostacoli di sorta è...
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