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Stasera il Cda del Padova, che fine farà  Baraldi?

È un passaggio cruciale della diversa (rispetto al passato) “filosofia” sposata dal cavaliere, ma le ultime novità legate alla vicenda Baraldi – indagato dalla Procura di Parma per bancarotta e distrazione di denaro quand’era dirigente...

Redazione PadovaSport.TV

È un passaggio cruciale della diversa (rispetto al passato) “filosofia” sposata dal cavaliere, ma le ultime novità legate alla vicenda Baraldi – indagato dalla Procura di Parma per bancarotta e distrazione di denaro quand’era dirigente del club emiliano, dalle cui casse, secondo l’accusa, avrebbe sottratto circa 4 milioni di euro – potrebbero scombinare un quadro che sembra già definito con l’ingresso del manager modenese nel nuovo Cda del Padova, Cda che verrà nominato stasera dall’assemblea ordinaria dei soci, convocata alle 19 in sede, all’Euganeo. A fine giugno, riuniti al Crowne Plaza di via Po, gli azionisti erano stati messi al corrente da Cestaro della necessità di aumentare la propria quota economica, visto e considerato che il patron si è sin qui sobbarcato tutto o quasi il peso di una gestione che, euro più euro meno, gli è costata circa 70 milioni in nove anni. Oggi si tirano le fila, e capiremo chi avrà accettato di caricarsi di oneri superiori ai precedenti e chi, invece, declinerà l’invito, uscendo di scena. Ieri sera allo stadio il cavaliere ha annunciato che «entreranno due nuovi amici (padovani, ndr)». L’incontro decisivo sarà stamattina a Dueville, nella sede Unicomm: si tratterebbe di Giuseppe Bergamin e Walter Tosetto, con i quali la trattativa va avanti da mesi. Lorenzo, il figlio di Cestaro, sarà uno dei vice-presidenti, al posto con ogni probabilità di Alberto Pilotto, che comunque resterebbe con una partecipazione ridotta. Confermata Barbara Carron, la terza vice-presidenza potrebbe toccare a uno dei nuovi soci (Francesco Peghin fuori?). A questo punto è inevitabile chiedersi: e Baraldi? Uomo di riferimento Unicomm nel Padova, dove sinora ha ricoperto la funzione di “assistente” del presidente, la sua promozione a consigliere delegato era data per scontata prima della “grana” giudiziaria. Il cavaliere gli ha confermato (a parole) la propria fiducia, per cui se ne dedurrebbe che l’orientamento in proposito non è cambiato. Ma le sorprese sono sempre possibili, conoscendo il personaggio.