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CS Plebiscito, dipendenti in cassa integrazione: “A febbraio siamo stati i primi a chiudere, ora questa nuova mazzata”

Redazione PadovaSport.TV

 Un pallone a terra, viene considerato "luogo chiuso"

L'intero settore è in crisi: "I centri sportivi sono stati tra i primi a chiudere durante la prima ondata di fine febbraio - spiega Beatrice Barbiero - e ora questa nuova mazzata. Nonostante le normative severe e le spese effettuate per adeguarsi ai controlli e alla prevenzione, ora siamo ancora costretti a interrompere. Il problema grosso è che non siamo mai ritornati a pieno regime, neanche in estate quando il Covid sembrava dare tregua. E gli aiuti del Governo non sono sufficienti. È un momento drammatico, così si rischia nello stesso momento di togliere lo sport a tanti giovani e mettere in crisi gli imprenditori di questo settore".

A livello nazionale, tra gli appelli il primo a partire è stato proprio quello da parte dell’Anif, Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, pubblicando una lettera di disguido a Conte: “Salviamo i centri sportivi! Nonostante sia stato dimostrato che sono a Covid minore dell’uno per mille, nonostante i controlli dei Nas abbiano dimostrato che sono osservanti dei protocolli anti Covid, nonostante rappresentino da sempre una parte importante di cittadini con un sano stile di vita e quindi attentissimi a non prendere o trasmettere il virus, si parla nuovamente di chiusura! Chiediamo perciò a Conte di valutare bene la situazione, perché chiudere significa anche distruggere lo sport e mettere in estrema difficolta 1.000.000 di lavoratori, 100.000 centri sportivi e 20.000.000 praticanti”.

È proprio questo il focus: il fallimento di questo settore. Chiudere un mese non porta solo ad un calo del fatturato di queste società, ma anche del loro indotto: si pensi ai collaboratori, fornitori o società terze che operano come intermediari fornendo servizi ai loro clienti.

 Beatrice Barbiero con due campionesse di pallanuoto, qualche anno fa

 

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