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EDITORIALE | Cittadella, e se fosse solo una questione di fame?

EDITORIALE | Cittadella, e se fosse solo una questione di fame?

Scrivo una cosa impopolare, quando manca ancora metà strada per completare la finale, quindi con il rischio di essere clamorosamente smentito (ma ne sarei felice in quel caso). Il Venezia ha più fame, la voglia di andare in serie A traspare in...

Stefano Viafora

Scrivo una cosa impopolare, quando manca ancora metà strada per completare la finale, quindi con il rischio di essere clamorosamente smentito (ma ne sarei felice in quel caso). Il Venezia ha più fame, la voglia di andare in serie A traspare in ogni dettaglio, in ogni giocata, in ogni espressione del volto di tutto il gruppo (sembra un po' lo Spezia di Italiano dell'anno scorso). Cittadella e Venezia sono due squadre che si equivalgono, se giocassero 50 volte quest'anno probabilmente il bilancio sarebbe in parità, anche se "sulla carta" (che poi conta davvero poco nel calcio), i lagunari dovrebbero avere un po' più di qualità. La differenza è nella voglia di tagliare il traguardo: da una parte il Venezia, appunto, che sembra un cane rabbioso (ma non solo in questa finale), dall'altra il Cittadella, che inconsciamente (secondo me) ha già la percezione di aver scalato la montagna. Complimenti da ogni parte d'Italia (meritati), lodi sperticate ad allenatore e società (meritate), plusvalenze per il prossimo anno già nel cassetto (meritate). In fondo, male che vada, ci si preparerà per un'altra stagione sorprendente, con nuovi Baldini da lanciare e l'immagine di società modello da perpetuare. Nel calcio in campo va anche la testa e non solo le gambe e la mia sensazione è che il Venezia sente di dover completare l'opera, il Cittadella sente di averla già completata. Mai come in questo editoriale, però, spero di sbagliarmi e ricevere tanti messaggi "carichi di affetto" da Cittadella giovedì sera.