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Quaglie e orticelli, un mese choc attorno alle vicende societarie

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La voce di una manifestazione d'interesse, come tante, verso il club si è gonfiata a tal punto da diventare, per qualcuno, la notizia della cessione certa delle quote di maggioranza di Oughourlian. La realtà è però ben diversa
Stefano Viafora
Stefano Viafora Direttore responsabile 

Attorno al Calcio Padova, da inizio giugno abbiamo assistito a una narrazione dei fatti, da parte di qualcuno, lontanissima dalla realtà. Parte un cronista, altri seguono la traccia. Qual è il quadro che ne esce da questa narrazione? Oughourlian avrebbe ricevuto un'offerta irresistibile da parte di un fondo sconosciuto, a cui in seguito Il Mattino ha dato un nome (ovvero Primera Capital). L'indiscrezione si è talmente gonfiata fino a diventare notizia che Oughourlian avrebbe deciso di vendere: "Padova americano", "Fumata bianca domani" alcuni dei titoli apparsi. 

A venti giorni dalla nostra ultima escursione in mezzo al tiro al volo giornalistico, torniamo sul luogo del delitto (del buon senso). Il Padova è diventato americano? No, potete tranquillamente archiviare la faccenda nel reparto “bufale DOP”, accanto al mostro di Loch Ness e ad Atlantide la città perduta. Mentre le quaglie volano serene – intatte e indisturbate – e la “notizia” evapora come rugiada a mezzogiorno, in città è possibile mettere più a fuoco la nuda realtà: gli orti padovani. Non l'Orto Botanico, ma gli orticelli. Già, perché a Padova più che il bene del club, a qualcuno pare interessi solo il posizionamento personale, la corsa a chi tira la volata a questo o a quello, oppure alzare il polverone per nascondere altro. E poco importa se nel frattempo si confondono le indiscrezioni con le invenzioni.


Tanto per chiarire, la verità – quella noiosa, banale ma concreta – è questa: Joseph Oughourlian, presidente silenzioso ma presente, è ancora lì. È ancora il padrone del Padova. Nessun aereo in volo, nessun passaggio di consegne, nessuna cordata al cancello con la penna in mano e l’assegno firmato. Niente. Solo trattative fisiologiche, valutazioni come se ne fanno in qualsiasi club professionistico. Ma che qui, nel fertile terreno della fantasia locale, diventano saghe epiche.

Tra una quaglia mancata e un orticello ben curato, in tanti hanno già dimenticato che Oughourlian, a maggio, è salito sul palco di Piazza della Frutta augurandosi di essere il presidente della serie A, con questi uomini e queste donne al comando possibilmente. Ci ha messo la faccia e le sue parole sono finite su tutti i giornali.

Il percorso di cessione di una società è lungo: il patto di riservatezza (sottolineiamo riservatezza...), verifica degli effettivi fondi a disposizione del compratore, la due diligence, la proposta, la contrattazione e alla fine il closing. Non è che arrivano dei fantomatici emissari in città a soggiornare in hotel e chiudere in quattro e quattr'otto la questione. A qualcuno sarebbe piaciuto? Sicuramente. Le parole danno forma alla realtà e quindi se diciamo che la "Fumata Bianca è domani" magari qualcosa può succedere (e infatti tanti ci hanno creduto). Le trattative importanti si chiudono senza chiacchiere preliminari. Oughourlian un giorno venderà? Forse sì, anche perchè c'è una parte padovana che sta spingendo perchè questo avvenga. Ma serve il momento giusto e il compratore giusto che, conoscendo questa proprietà, sarà svelato solo al momento della firma dal notaio.

Intanto è partita, da parte di chi aveva imboccato a tutta velocità un vicolo cieco, una nuova narrazione dei fatti: "Forse alla fine Oughourlian manterrà il comando, ma vedete: ci sono tante persone pronte a comprare (non importa chi sono, che potenzialità hanno, ma ci sono... ndr). E comunque è colpa di Alessandra Bianchi se non vende più. Andrà avanti al risparmio con prestiti e giovani dalla C". E anche qui, il sonoro schiaffo di questi giorni: Padova sogna con Papu Gomez e Baselli. Insomma, da una parte i fatti (verificabili), dall'altra i tentativi maldestri di disegnare una realtà parallela per screditare l'attuale proprietario.