Di gente nuova ,però, non vi è solo Lalas nel raggruppamento che ha formato un semicerchio di fronte allo staff di Sandreani e Stacchini. La telecamera zooma su due volti freschi. Uno è quello composto dai tratti somatici molto duri di Goran Vlaovic, astro nascente del calcio croato che i dirigenti biancoscudati hanno soffiato all’Ajax; l’altro appartiene a David Balleri, difensore livornese di ventiquattro anni proveniente da una realtà pazzesca come quella di Parma dove ha vinto, qualche mese prima, la Supercoppa europea. Vediamo queste due giovani promesse del nostro campionato, assieme al già citato Lalas, amalgamarsi benissimo assieme ai grandi “vecchi” come Carlo Perrone (il più anziano con i suoi trentacinque anni) o capitan Damiano Longhi ma soprattutto con i guasconi del gruppo Maurizio Coppola e Marco Franceschetti.
Purtroppo, l’affiatamento creatosi tra i venti ragazzi di Sandreani fuori dal campo, grazie alle partite di tennis, alla comune passione di molti per la musica e la pesca non si estende anche all’interno del rettangolo di gioco.
La fase successiva del nostro film racconta quindi uno shock: lo shock di chi rimette piede in serie A dopo trentadue lunghissimi anni. I Biancoscudati iniziano con un antipasto chiamato Sampdoria e la prima portata sembra essere indigesta all’undici in completo bianco e rosso. Le immagini che scegliamo di far vedere per rendere il più realistico possibile questo inizio sportivamente drammatico sono proprio quelle della prima giornata di campionato contro i blucerchiati. La partita si disputa sul neutro di Bologna e anche se il Padova non gioca proprio male, la squadra di Mister Sven-Goran Eriksson è di un altro pianeta. Un’ultima inquadratura a Goran Vlaovic inginocchiato tra Walter Zenga e Moreno Mannini conferisce alla scena la giusta idea di impotenza provata da parte della squadra veneta nei confronti di quella ligure.
Il calendario, si sa, non è mai tenero con le formazioni neo-promosse e Longhi e company toccano subito questa cosa con mano. La seconda giornata di serie A, la prima dopo più di trent’anni in quel di Padova, vede i Biancoscudati opposti niente meno che al Parma di Nevio Scala in cui milita un certo Gianfranco Zola, fresco vicecampione del mondo. I ducali vincono tre a zero senza grande fatica. In realtà la prima opportunità, a soli cinque minuti dal fischio d’inizio, ce l’ha Galderisi ma tira il pallone addosso a Bucci e sciupa una potenziale occasione da goal. La nostra videocamera entra nello spogliatoio patavino e riprende un monologo di Sandreani. Il tecnico romano, guarda ad uno ad uno i propri giocatori e predica la calma. Dice di aver pazienza, in quanto ci sarà il tempo per rifarsi. Magari, proprio la domenica seguente in occasione dello scontro con il Torino, altra compagine a zero punti in campionato dopo le prime due giornate. I ragazzi ascoltano in maniera attenta e si vede che credono davvero nelle parole di quel giovane allenatore con i capelli un po’ alla Beatles, ma non basta. Le riprese si spostano nella città della Mole, per la precisione all’interno dello stadio Delle Alpi, dove la tensione si può toccare con mano. Nessuna delle due squadre vuole perdere la terza partita di fila nella massima serie, ma ad una, purtroppo deve accadere e sfortunatamente stiamo parlando del Padova.
Il primo tempo procede liscio come l’olio, non è così invece per il secondo. Una doppietta di Giuseppe Scienza manda al tappeto l’undici scudato. Il “Toro” risorge e manda i nostri protagonisti all’inferno. Dopo l’entusiasmo iniziale questa è la porzione del film in cui iniziano i problemi da risolvere. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Il turno successivo viene affrontato con una grinta particolare. Nessuno vuole perdere la quarta partita di fila e interpretare il ruolo dello sparring partner, ma c’è da tener conto che nel giuoco del calcio si lotta sempre in due e dall’altro lato del campo c’è il Bari, altra contendente alla salvezza. Risultato? I galletti la fanno da padroni all’Euganeo, vincono per due a zero con reti di Gerson e Francesco Pedone e fanno squillare un grosso campanello d’allarme in casa biancoscudata: vuoi vedere che la serie A è gia compromessa? Per i critici e i detrattori non vi sono dubbi, la massima serie italiana ha trovato in veneto un comodo materasso.
La cinepresa inquadra i giocatori di Sandreani entrare a testa bassa nel lungo tunnel che collega il campo agli spogliatoi. Come “colonna sonora” decidiamo di usare i copiosi fischi provenienti dagli spalti.
Titoli di coda, quindi? Assolutamente no. Quale razza di film finisce senza colpi di scena?
CONTINUA nelle prossime puntate…
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