stadi e sgarbi

La FeralpiSalò se la lega al dito, Pasini: “Il no del Brescia ferita aperta”

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Screzi non solo tra Monza e Lecco, anche Cellino ha chiuso la porta ai "cugini". E si torna a parlare del problema degli stadi italiani
Redazione PadovaSport.TV

La promozione in serie B di Catanzaro, FeralpiSalò e Lecco riapre il dibattito sugli stadi italiani. Ben tre delle quattro promosse dalla C alla B saranno costrette a giocare lontano da casa perché senza uno stadio in grado di rispettare i parametri minimi. Le due lombarde, oltretutto, hanno dovuto penare per poter trovare una soluzione (con il Lecco ancora in bilico, anche se le ultime indiscrezioni lo danno con un piede e mezzo in serie B).

Se il Monza ha alzato il muro all'ultimo nei confronti del Lecco, non meglio si è comportato il Brescia con la FeralpiSalò. "Ringraziamo tantissimo Piacenza per l’ospitalità che ci verrà data al Garilli, ma capite bene che costringere i nostri tifosi a fare ogni volta 250 km tra andata e ritorno non agevola - ha detto il presidente dei gardesani, Giuseppe Pasini, a TuttoSport - Il no del Brescia a concederci il Rigamonti resterà per sempre una ferita aperta, anche se speriamo ancora che qualcosa possa cambiare. Cellino? Concessione o meno, credo che avere un’altra squadra bresciana al Rigamonti avrebbe portato lustro a tutta la città". Infine sul budget: "Per la nuova stagione abbiamo stanziato 11-12 milioni di euro, compreso il settore giovanile al quale teniamo molto e per il quale pure ci sono stati fatti i complimenti. Non è un budget altissimo, ma abbiamo dato uno sguardo a quello di altre squadre che lotteranno con noi per salvarsi e siamo in linea”.


 

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