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Padova, come si diventa grandi? Guarda l’esempio del Frosinone

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Una città più piccola, meno ricca, ma che è riuscita con una ricetta vincente a trovare spazio nel calcio che conta. In modo sostenibile

Redazione PadovaSport.TV

L'analisi del fenomeno Frosinone trova spazio oggi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, in un articolo a firma Nicola Binda. Un esempio di come fare calcio in modo sostenibile, in città che non sono delle metropoli. Qui si parla addirittura di un capoluogo che non conta nemmeno 50 mila abitanti, ma diventato un modello calcistico negli ultimi anni. Da esportare e da portare da esempio alle altre società. Anche per il Padova, che purtroppo da troppo tempo è sprofondato nella mediocrità calcistica, pur con alle spalle grande tradizione, una città molto popolata e un importante tessuto industriale. Per crescere però c'è bisogno della ricetta giusta, a partire dall'unità di intenti tra città e club.

Frosinone, le infrastrutture prima di tutto

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Da tempo su queste pagine insistiamo sul fatto che il Centro Sportivo a Padova è fondamentale. La prima pietra per cominciare a pensare (finalmente) in grande. Qui però c'è un'amministrazione comunale, in particolare l'assessore allo sport, che ha gettato fumo negli occhi con lo spostamento della curva sud. Progetto (sempre che verrà terminato...) che rende ancora più brutto uno stadio già brutto. Mentre sul fronte Centro Sportivo c'è poca voglia (ma perché poi?) di venire incontro alla società.

Ma torniamo al Frosinone, di cui parla oggi La Gazzetta: la società ciociara si è costruita uno stadio gioiello che via via diventerà vissuto tutta la settimana, non solo il giorno della partita; prossimamente, per esempio, il ristorante dell’area hospitality sarà fruibile tutti i giorni, a pranzo e a cena.

Il Frosinone ha poi un centro sportivo a Ferentino, pochi chilometri fuori città, dove la squadra si allena in strutture all’avanguardia. Il club ha un progetto per costruire nella vicina Fiuggi, centro termale di fama mondiale, un altro centro sportivo per le giovanili, con un palasport e altri impianti. Il Frosinone ha trovato le chiavi giuste per lavorare in sintonia con le amministrazioni locali e veder nascere i suoi progetti.

E poi c’è la squadra. Un anno fa di questi tempi Federico Gatti veniva ceduto alla Juve (che poi l’avrebbe lasciato in prestito per sei mesi) per una decina di milioni, oggi un altro talento, Daniel Boloca, può fare lo stesso percorso (ma in direzione Bologna). Con Boloca e altri talenti, da Mulattieri a Caso, da Moro a Borrelli, in prestito o di proprietà. Prendere giocatori giovani, sfruttare amicizie e buoni rapporti, avere l’occhio lungo, valorizzare i talenti e lanciarli. Vincendo. L’architetto è il manager Guido Angelozzi, che allo Spezia ha fatto lo stesso ottimo lavoro. E poi c'è la squadra Primavera, in corsa per lo scudetto. In strutture-modello, in uno stadio bomboniera sempre pieno - scrive La Gazzetta - dove quest’anno nessuna rivale ha vinto e solo due squadre sono riuscite a pareggiare.

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