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Cunico fa quadrato: “Dobbiamo essere ancora più uniti. Pordenone? Si difendono in undici, guai a farli segnare prima di noi”

Da Il Mattino: Concentrazione, approccio alla partita, spirito di gruppo e consapevolezza nei propri mezzi. Carmine Parlato ha dichiarato apertamente quali siano i nodi cruciali, i difetti nei quali i suoi giocatori sono caduti in quelle partite...

Redazione PadovaSport.TV

Da Il Mattino:

Concentrazione, approccio alla partita, spirito di gruppo e consapevolezza nei propri mezzi. Carmine Parlato ha dichiarato apertamente quali siano i nodi cruciali, i difetti nei quali i suoi giocatori sono caduti in quelle partite (compresa l’ultima di sabato scorso a Pavia) che li hanno visti soccombere all’avversario nel gioco e nel risultato. La palla, o meglio la riposta, passa adesso proprio a loro. Il ritiro sin dalla sera di sabato, in vista della gara di domenica (ore 15) con il Pordenone, è la mossa che la società ha deciso di adottare per fare ancora più quadrato in un gruppo che troppe volte, sul campo, non è riuscito a rimanere unito. Ma sarà tutto inutile se l’ultima parola, che spetta proprio ai biancoscudati, non sarà positiva. «Il ritiro per noi è una novità solo perché non l’avevamo mai fatto qui a Padova, ma per chi svolge questo lavoro di solito è la prassi», ammette il capitano Marco Cunico. «È un segnale, la società vuole da noi ancora più concentrazione, quindi non c’è nessun problema e, anzi, la squadra lo prende in maniera positiva». Basterà, per risolvere quei limiti psicologici che Parlato sottolinea da diverso tempo? «Lo speriamo tutti, è indubbio che la situazione sia particolare. Con il Mantova abbiamo avuto un approccio importante, abbiamo segnato subito e la partita è stata incanalata sul binario giusto sin dall’inizio. A Pavia siamo scesi in campo con la volontà di partire con un impatto importante, ma ci siamo trovati sotto dopo 6’ e il campo alla fine ha emesso la sua sentenza». Come se lo spiega, visto che in questa squadra dovrebbero essere tanti gli elementi d’esperienza? «Non è sinceramente facile da spiegare. Sabato sera pensavo che saremmo stati pronti, nel riscaldamento eravamo concentrati e io per primo avevo la sensazione che avremmo fatto la partita giusta. Invece il campo ha detto il contrario, e il nostro trend dice che situazioni simili stanno capitando troppo spesso. Ciò significa che quanto stiamo facendo non basta». Ritiene anche lei che il problema sia soprattutto psicologico? «Mi limito a citare una statistica: ogni volta che siamo finiti sotto nel punteggio, alla fine non abbiamo mai portato a casa punti, nemmeno a Cittadella, quando almeno il pari eravamo riusciti a raggiungerlo. È un dato emblematico, dovremmo essere in grado anche di sopperire alle difficoltà, ma nel momento attuale non ci riesce nemmeno questo». Come sono stati per voi gli ultimi giorni di “tensione”? «Abbiamo cercato di isolarci, ma allo stesso tempo tendevamo l’orecchio a ciò che accadeva in società, visto che ci tocca molto da vicino. Siamo contenti per come è finita, perché saremo sempre gli stessi che hanno iniziato quest’avventura. Penso e spero che gli ultimi giorni ci porteranno a stringerci ed essere ancora più uniti». Domenica arriva il Pordenone, e in Coppa ci ricordiamo bene come finì... «Una gara che dobbiamo affrontare davvero nel modo giusto, non dico che un po’ mi preoccupa ma non ci siamo molto lontani. Il Pordenone fa grande densità, corre tanto e si difende in undici facendo “sbattere” un sacco i due attaccanti. Se li lasceremo far gol subito, con il loro modulo molto speculativo diventerà un bel problema recuperare. Quindi spero che non si metta male, loro sono in un momento di forma eccezionale, e se dovessimo rincorrere potrebbe diventare un problema». Crede che in Coppa sia stato sottovalutato? «No, ma l’approccio in Coppa non è mai quello del campionato, anche se è brutto dirlo. Domenica ci saranno tantissimi fattori diversi rispetto a quella gara, dalla condizione fisica dei singoli all’amalgama delle squadre. Tocca a noi dimostrare di poter dare la giusta risposta».