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OLTRE i 90′ | Gli album delle figurine, quel profumo inconfondibile…

OLTRE i 90′ | Gli album delle figurine, quel profumo inconfondibile…

A spasso tra i ricordi di un giovane tifoso degli anni '90

Giacomo Stecca

Alzi la mano chi, nella propria vita, non ha mai attaccato una figurina adesiva a un album da collezione. Vi ricordate il profumo particolare che emanavano quei piccoli rettangoli di carta e colla?

Per chi, come me, è nato a metà degli anni ottanta, l’album di figurine è stato il primo vero modo per conoscere le fattezze dei propri beniamini calcistici. In un periodo storico come il nostro, in cui le immagini e i video la fanno da padroni, può risultare difficile da credere, ma agli inizi degli anni ’90 non era così semplice avere un’idea di come fosse l’aspetto fisico dei propri idoli sportivi. Le immagini che ci arrivavano la Domenica pomeriggio dai campi di gioco non erano poi molte e soprattutto non erano dettagliate come quelle di oggi.

L’album di figurine era quindi il modo più facile per documentarsi, anche per quanto riguarda i dati statistici relativi a ogni singola stagione vissuta dagli atleti.

Ricordo, come fosse adesso, il momento in cui ebbi tra le mani il mio primo album di stickers. Ovviamente era quello “Calciatori” della Panini. Il mese era settembre e l’anno il 1994. Per la prima volta in vita mia mi affacciavo a quel meraviglioso mondo che è, in generale, quello del collezionismo. La figurina “Numero Uno” fu quella di Marco Delvecchio, giovane attaccante dell’Inter, che per ironia della sorte, nell’ultima partita di campionato, quasi rovinò la cavalcata trionfale del “mio” Calcio Padova verso una storica salvezza in serie A.

I giocatori da me più desiderati, quando la carta delle bustine mi si spezzava tra le mani, erano senza dubbio gli eroi azzurri ammirati in televisione un paio di mesi prima, i quali avevano fatto sognare ad occhi aperti un’intera nazione fino alla finale stregata dei Mondiali made in USA.

A ogni apertura di bustina speravo di trovare il mio idolo Paolo Maldini, difensore del Milan di mister Fabio Capello, o Franco Baresi, altro pilastro della difesa rossonera e capitano della spedizione italiana negli Stati Uniti. Baresi fu tra l’altro l’uomo copertina dell’album Panini di quell’anno, immortalato in uno scontro di gioco col brasiliano Romario durante la finale mondiale di Pasadena. Un altro giocatore per cui stravedevo e che bramavo di trovare a ogni nuovo pacchetto era Roberto Baggio, il Divin Codino che mi aveva fatto innamorare del gioco del pallone con i suoi goal, solo qualche mese addietro. Oltre a questa trilogia di grandi campioni le mie attenzioni collezionistiche erano rivolte tutte ai giocatori del Padova, la squadra della mia città che per la prima volta dopo trentadue anni tornava ad affacciarsi in Serie A. In quel momento mi sembrava tutto normale, ma purtroppo nel giro di due/tre anni i Biancoscudati sarebbero tornati in serie C e vedere le loro figurine su un album sarebbe diventato un miraggio. Conservo ancora in modo maniacale quegli almanacchi storici e spero, prima o poi, di rivedere le divise biancoscudate protagoniste nelle prime pagine dell’albo più famoso d’Italia.

Fortunatamente, però, per tornare bambino e iniziare di nuovo a giocare con le figurine non ho avuto bisogno di attendere una fantomatica risalita in serie A. Ci ha pensato la società biancoscudata, che ha deciso di creare un album di figurine come conclusione dei festeggiamenti per i propri centodieci anni di storia. Una raccolta di giocatori, presidenti, allenatori e altre figure emblematiche a partire dall’anno di fondazione, il 1910, per arrivare fino ai giorni nostri.

Proprio qualche giorno fa, l’album dal titolo “Sentimento Padova” mi è arrivato a casa e non posso negare di aver provato un’emozione molto particolare sfogliandolo. Mi è sembrato di compiere un salto nel tempo, sia per i ricordi evocati dallo scorrere le pagine di un album cartaceo e dall’attaccarci sopra delle figurine (operazione che non facevo, ahimè, da anni), sia per quelli risvegliati dalle immagini dei protagonisti delle figurine stesse.

Negli stickers classici, con solito formato, solito adesivo e solita bustina, ci ho ritrovato memorie di favolosi tempi passati che in parte avevo scordato. Ci ho scovato il mio primo match allo stadio contro l’Inter, con la figurina di Massimiliano Rosa e quella di Mauro Sandreani; l’inizio della mia adolescenza, con l’immagine di Felice Centofanti e la sua folta chioma; perfino i miei diciotto anni con la figurina del meno famoso, ma non meno amato dai tifosi, Giampietro Zecchin.

In questa raccolta di centocinquantadue pagine, che ha avuto bisogno di quasi un anno per essere ultimata, ci sono cinquecento figurine, divise in venti capitoli che abbracciano tutto l’universo del calcio patavino. Oltre ai calciatori che ho avuto il piacere di vedere giocare dal vivo e già facenti parte dei miei ricordi di tifoso, ho trovato anche figurine di epoche distanti dalla mia, come quelle  raffiguranti la formazione del 1957-58 allenata da Nereo Rocco e classificatasi terza nella massima serie o quelle di giocatori del calibro di Humberto Rosa e Aurelio Scagnellato.

E proprio vedendo Loro, icone di un calcio ormai lontanissimo nel tempo sono arrivato alla conclusione che il bello di quest’album è si, il poter far emergere ricordi assopiti, ma anche informare su quello che è stato, sulla storia e sulle radici della nostra squadra e della nostra città.

Grazie a questo lavoro certosino realizzato da Creatiwa Studio e acquistabile da febbraio in tutte le edicole padovane, i tanti tifosi storici biancoscudati potranno appassionarsi nuovamente al Calcio Padova, mentre quelli più giovani lo potranno scoprire per la prima volta, perché diciamocelo, ben vengano le immagini digitali e i video (ce ne sono molti perfino qui in “Sentimento Padova” grazie a delle sezioni multimediali usufruibili con lo smartphone) ma non c’è nessun tifoso al mondo che si sia innamorato del calcio e della propria squadra del cuore, senza un album da sfogliare e un pacchetto di figurine in mano, pronto da essere scartato.

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