"La Camera penale di Padova disapprova affermazioni e commenti in contrasto con la presunzione di innocenza e ricorda che non si tratta solo di una regola di giudizio da applicarsi nelle aule giudiziarie, ma di un principio di civiltà e di condotta che tutti devono rispettare, a maggior ragione se si tratta di autorità pubbliche che rivestono cariche politiche". Sul Corriere Veneto di oggi viene dato spazio alla nota diffusa ieri dalla Camera penale con l’obiettivo di stigmatizzare certe dichiarazioni rilasciate da Palazzo Moroni, in primis dall’assessora alla Scuola, Cristina Piva, alla luce della condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione inflitta a Michael Liguori (ne abbiamo parlato qui).
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Caso Liguori, la Camera Penale di Padova: “Inaccettabili i commenti di sindaco e politici”
"Nonostante la non definitività della sentenza, pronunciata in esito al primo grado di giudizio, un esponente della politica locale ha ritenuto di dolersi del fatto che il calciatore non sia stato allontanato dai campi da gioco, auspicando la immediata sospensione della sua attività sportiva e lavorativa". L'assesora chiamata in causa, seppur non menzionata nella nota, è Cristina Piva (Partito democratico), che ha risposto così, non cambiando la propria posizione: "Ribadisco tutto quello che ho dichiarato una quindicina di giorni fa. Questi ragazzetti bravi a dare due calci ad un pallone — ha rincarato Piva — godono infatti di tutele molto maggiori rispetto ad altre persone. Ad esempio: cosa si direbbe se, al posto di questo Liguori, ci fosse un insegnante piuttosto che un politico? Tutti, giustamente, ne chiederemmo l’allontanamento".
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