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Padova, il momento più difficile dell’iron lady Alessandra Bianchi

Padova, il momento più difficile dell’iron lady Alessandra Bianchi - immagine 1
La presidente sta guidando il club in un momento complicato, tra le prime critiche della piazza e chi vorrebbe "farla fuori" dai comandi

Stefano Viafora

Si è trincerata nel silenzio, rimbalzando ogni possibile intervista o richiesta di spiegazioni riguardo alle voci attorno alla vendita della società. Alessandra Bianchi in queste ore vive un momento decisivo della sua avventura calcistica, al timone del Calcio Padova. Prima donna presidente in biancoscudato (partita cinque anni prima come consigliera di amministrazione), 49 anni, manager di indiscutibile valore voluta da Joseph Oughourlian per presidiare la sua "filiale" padovana. Una figura di controllo ritenuta necessaria, in un mondo dove i numeri a volte sfuggono di mano di fronte all'irrazionalità di scelte dettate dalla troppa passione o dalla fretta di compiacere la piazza. Metodica e determinata, sicuramente inesperta (almeno inizialmente) di certe dinamiche calcistiche, paga al netto dei suoi errori anche questioni cromosomiche, in un ambiente ancora troppo arroccato e diffidente sulle presenze femminili nei ruoli di comando.

Svincolatasi dal suo rapporto da dipendente con Amber Capital (ora è assunta come libera professionista, consulente), sta pilotando la società in una fase delicata, con il maggior azionista non più così convinto di andare avanti da solo e ricettivo più che mai riguardo a eventuali offerte. L'ombra che si allunga su di lei riguarda però il rapporto con Oughourlian, c'è chi dietro le quinte assicura che la fiducia del finanziere nei suoi confronti non sia più così inscalfibile. Chi indubbiamente la vorrebbe fuori dai quadri dirigenziali, è Roberto Bonetto, che in questa fase di trattativa per un nuovo ingresso in società avrebbe chiesto espressamente al finanziere franco armeno di trattare senza la mediazione della Bianchi. Una rivalità che sembra essere nata da questioni passate, prima sulla gestione della società quando Bonetto era ancora in quota biancoscudata, poi sul primo tentativo di tornare nell'ottobre 2021. "Ci vuole condivisione di metodo e programma e grande rispetto per chi ha investito fin qui, non si può pretendere di comandare mettendo una quota irrisoria" diceva qualche mese dopo Alessandra Bianchi, nei nostri studi, parlando in linea generale ma in realtà con un riferimento ben preciso.

Ora siamo più o meno al "o lei o me" di Bonetto verso Oughourlian, mentre da parte di Bianchi c'è un certo ostruzionismo verso questo nuovo tentativo di scalata di Roberto Bonetto. Ma Oughourlian cosa pensa? Difficile capirlo, è uomo di poche parole che cercherà (se davvero è intenzionato a lasciare) una exit strategy indolore per l'ambiente (Bonetto sarebbe l'ideale, a meno che all'orizzonte non si profili un interlocutore di alto livello) probabilmente rinunciando a qualcosa sul piano economico. Al netto della sua uscita, sembrerebbe però propenso a ritenere conclusa l'esperienza di Alessandra Bianchi al Calcio Padova, pensiero che sarebbe condiviso dalla stessa manager.

 

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