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La finale

Padova, una lacuna nella rosa è pesata nel momento decisivo

Padova, una lacuna nella rosa è pesata nel momento decisivo

La sensazione è di aver perso contro una squadra inferiore sul campo. Anche per l'assenza di un vero centravanti

Redazione PadovaSport.TV

Il verdetto del Moccagatta è impietoso: è festa grande per l’Alessandria, al Padova restano invece solo le lacrime e i rimpianti, oltre ai tanti punti interrogativi sul futuro che ci sarà modo e tempo di affrontare.

Nel momento decisivo, pesa la mancanza del centravanti

È sempre passata in secondo piano perché comunque il Padova non ha mai avuto problemi a segnare con continuità, ma la mancanza di un centravanti in grado di fare la differenza è pesata proprio nel momento decisivo. Nell'ultimo match il Padova ha dovuto arrendersi all'Alessandria dopo averla domata per lunghi tratti, dimostrando di esserne, probabilmente, superiore. La squadra di Mandorlini è stata condannata dalla mancanza di lucidità sotto porta dei suoi giocatori, tra le varie occasioni in cui si poteva battere Pisseri, va sottolineata quella di Biasci al 64', imbeccato perfettamente da Ronaldo, incapace di inquadrare la porta e quasi "ipnotizzato" dal portiere dei grigi. Il Padova, motivo ricorrente in campionato, ha vissuto spesso sulle giocate di singoli, quegli stessi che sono mancati ieri: vedi Chiricò e, in parte, Ronaldo.

Cambi incerti

Non c'è stato modo di analizzare la partita in sala stampa, dal momento che l'allenatore Andrea Mandorlini ha preferito non parlare a caldo (comprensibile), ma la gestione dei cambi è apparsa confusa. Detto che il Padova poteva chiuderla prima, nel momento in cui la partita si è protratta oltre i 90', non è chiara la scelta del terzo centrale (Gasbarro) al posto di Chiricò (che comunque non era appesantito dalla partita di andata) e di Mandorlini per Hraiech (anche lui senza i 90' della prima partita). Inoltre la scelta di utilizzare il giovane Vasic per Hallfredsson invece di un giocatore dello stesso "peso" di esperienza dell'islandese (come poteva essere Nicastro) nel momento decisivo, sembra incomprensibile. Da capire poi se era stata provata la scaletta dei rigori (alla vigilia Mandorlini aveva detto di no, ma chissà). Dettagli che a volte possono fare la differenza. Resta comunque una sconfitta ai rigori contro un avversario apparso inferiore sul campo. Una botta difficile da far riassorbire, specie se arriva dopo la cocente delusione del primo posto sfumato per un cavillo del regolamento. Proprio per questo, forse, sarà necessario ripartire con nuovi stimoli e nuove facce.

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