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Pulzetti ci racconta: “Questo Padova è più pronto per la B rispetto al mio del 2018/2019”

Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 
Abbiamo intervistato Nico Pulzetti, tecnico del Conegliano nel Girone C di Serie D ed ex centrocampista del Padova tra il 2017 e il 2019, con cui si è guadagnato sul campo, da capitano, anche una promozione in Serie B. Classe ’84, ha...

Abbiamo intervistato Nico Pulzetti, tecnico del Conegliano nel Girone C di Serie D ed ex centrocampista del Padova tra il 2017 e il 2019, con cui si è guadagnato sul campo, da capitano, anche una promozione in Serie B. Classe '84, ha vestito pure le prestigiose maglie, anche in Serie A, di Bologna, Cesena, Chievo e Livorno e ha pure segnato una rete al Milan. Mica male. Ma nel suo passato anche il Padova, che non ha di certo dimenticato, tra i suoi impegni da allenatore e un progetto di Academy tutto suo. Proprio del Padova (qui l'analisi dell'ultima partita di campionato contro lo Spezia) abbiamo parlato. Ecco cosa ci ha raccontato.

La nostra intervista a Nico Pulzetti, ex centrocampista del Padova

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Mister Pulzetti, ha visto la partita del Padova contro lo Spezia?

"No, purtroppo. Sarò onesto, il Padova non lo sto seguendo moltissimo, perché quest'anno giocano molto il sabato e faccio fatica. Ma qualche partite l'ho vista. Li seguo come risultati e poi ho tanti amici sui social che guardo, che commentano e con cui mi sento. Soprattutto i club, quelli che sono rimasti fedeli a quello che ero io per il passato del Padova".

Che impressione si è fatto della squadra nelle partite che ha visto?

"Purtroppo ho visto le partite meno fortunate in termini di risultati, però l'impressione è quella di una squadra viva, positiva. Chiaramente da neopromossa non è facile, bisogna sempre metterlo sul piatto. La complessità del campionato di Serie B rispecchia poi quello che è il percorso del Padova. Ma sta facendo un buonissimo campionato fino a questo momento".

Diversi giocatori del Padova hanno fatto anche la Serie A (Papu Gomez, Baselli, Lasagna, Barreca, Buonaiuto...): che cosa possono dare alla squadre di mister Andreoletti?

"Cosa devono dare, non possono... Devono dare esperienza, qualità e importanza a quella che è la storia del Padova. Gomez arriva da anni non belli, è fermo da tantissimo ed è stata un'operazione furba. Perché se torna in parte quello che conosciamo sarà il valore aggiunto per il Padova. Speriamo che torni a dare una mano e non credo che sia un'operazione solo d'immagine. Nel calcio d'oggi non c'è bisogno di avere figurine, c'è bisogno che la gente corra e che sia partecipe di quella che è la città, perché quella maglia lì ti fa sentire addosso tante responsabilità, che poi vanno dimostrate in campo".

Mister Pulzetti, lei con la maglia del Padova queste responsabilità le sentiva?

"Al di là della maglia avevo anche la fascia da capitano, quindi avevo delle responsabilità maggiori. Credo, per il mio modo di giocare e di vivere quello che è stato il mio percorso a Padova, di aver dato il tremila per mille. Davvero ci credevo, nell'anno in cui abbiamo vinto il campionato e nell'anno in cui abbiamo partecipato alla Serie B. Non è stato positivo quell'anno, non c'è stato un seguito, purtroppo non voluto da me, assolutamente. Sappiamo tutti com'è andata, i tifosi lo sanno e l'ho sempre spiegato. Finita la carriera volevo dare una mano come professionalità e come uomo alla causa del Padova. Non è stato così, ma oggi sono sempre molto legato a quello che è stato il mio ultimo percorso nei professionisti".

Portare la fascia da capitano al braccio a Padova, mister Pulzetti, è una pressione più importante rispetto ad altre piazze? 

"Fare il capitano non è mai facile, in tutte le piazze. Ci sono oneri e onori di tutto quello che è il percorso, ma quando le cose vanno male sei sotto la lente d'ingrandimento. Io rappresentavo uno spogliatoio importante e rappresentavo una città. La pressione ce l'hai, ma sempre di dover dimostrare qualcosa in più rispetto ai tuoi compagni e verso la società, il campionato e i propri tifosi. Purtroppo lo stadio, e l'ho sempre detto, non presta ad avere assolutamente quella sensazione di avere il dodicesimo uomo in casa. E' molto dispersivo, enorme, i tifosi sono vicini, ma non così vicini come vorresti, e questa è un po' una delle parti complicate del tifare Padova in questo momento. Tutto questo passa da altri discorsi, entrare in campo sapendo che i tifosi ci sono, ma tutti vorrebbero uno stadio attaccato e una curva dietro la porta che si chiami curva, così che possano supportare i giocatori".

Se lo stadio fosse diverso, secondo lei, le prestazioni del Padova potrebbero beneficiarne?

"Lo stadio è datato, grande, uno spazio gigante e molto dispersivo. Non è uno stadio brutto a livello estetico, ne ho visti tanti tanti di peggiori. Il problema nasce dal fatto che è molto dispersivo, per i tifosi che sono in gradinata, e la curva non è stata agibile. Anche lì hanno fatto una struttura per mettere la curva dietro la porta, ma ci sono stati mille problemi. Magari la partita si fa dura e il risultato non è positivo e non hai quel supporto che vorresti dai tifosi che ti fa scattare una scintilla in testa perché non puoi averlo per via della logistica della curva".

Da mister a mister, che cosa ne pensa di Andreoletti?

"E' un ottimo allenatore, un'ottima persona, ha dimostrato di starci alla grande e di saper esprimere un grande calcio. Ha vinto un campionato con il Padova, che non è mai facile vincere. Vincere è complicato, ma lui ha saputo dimostrare sul campo di saperlo fare. Fino ad oggi ha anche dimostrato di saper stare in cadetteria, e non è facile. Ci sono piazze che spendono tanto. La Serie B è un po' nel limbo, perché la Serie A è un altro pianeta e la B è un altissimo livello, però trovi ancora situazioni che ti fanno capire che è un campionato a sé. E il Padova sta facendo davvero un ottimo percorso essendo una neopromossa".

Mister Pulzetti, questo Padova è arrivato più preparato alla B rispetto al suo Padova nella stagione 2018/2019?

", perché noi, nell'anno della B, abbiamo tenuto tanti giocatori che probabilmente non riuscivano a fare la categoria e comunque abbiamo cambiato anche tanto. Erano arrivati sette giocatori che erano fermi tutti da sei/sette mesi. Ma mi sento di dire che rispetto a quando ho giocato io il livello in Lega Pro si è abbassato tanto, come anche in Serie B. Penso sia una questione legata ai settori giovanili, alle regole che ci sono anche nei dilettanti e in Lega Pro. E' tutto complicato, prima non era così e si guardava la crescita del ragazzo. Ora tutti vogliono vincere con giocatori già pronti. Ora non si dà tempo di crescere...".

Manca la pazienza...

"Mancano tante cose, che in questo momento non sono fattibili, anche perché a volte manca la competenza per far tornare, con programmi specifici, il calcio italiano il campionato migliore, in cui di giovani ne venivano fuori tantissimi. A inizio anni 2000 avevamo la Nazionale più forte. E' un discorso che sento tutti i giorni, ma ci sono tante verità. Questa è la mia idea e mi esprimo in modo onesto. Se non cambia qualcosa sarà sempre più difficile".

C'è qualche giocatore del Padova attuale che le somiglia per caratteristiche?

"No. Io ero un giocatore molto generoso, partecipe e parlavo tantissimo in campo. Quando partivo era difficile fermarmi, ero il classico box to box e oggi anche ad altissimi livelli giocatori simili a me ce ne sono pochi. Il fisico è quello che mi contraddistingueva, la forza, il mai mollare. Forse un po' Fusi, ma deve dimostrare ancora molto".

Mister Pulzetti, mettiamo da parte il Padova. Lei ha un progetto veramente interessante... Ce lo racconta?

"Ho aperto un'Accademy, la Pulzetti Soccer Academy, due anni fa. Faccio allenamenti di tecnica, summer camp, pre-season e off-season, per tutti i ragazzini dagli 8/10 fino ai 13/14 anni. Mi dedico proprio alla tecnica di base, che non viene più insegnata nei settori giovanili, assieme alla mobilità coordinativa, soprattutto sulla parte mentale. Nascerà anche un progetto, tra gennaio e febbraio, che riguarda la tutela delle famiglie inerente ai loro figli nello sport, con percorsi specifici. Voglio dare un supporto alle famiglie, che a volte si sentono abbandonate. Probabilmente, il programma che faremo darà supporto alle famiglie con una rete di professionisti con cui si possono interfacciare per il miglioramento del figlio sia a livello fisico che mentale. Veramente una cosa che può diventare molto interessante. Ci credo in questo progetto, lo voglio portare avanti a tutti i costi. Sto cercando professionisti in zona, ma anche fuori, tra fisioterapisti e mental coach, per avere una rete completa di professionisti per dare supporto alle famiglie. Partirò dalle zone di Jesolo, San Donà e Treviso, nelle zone in cui vivo, per poi provare ad allargare in tutto il Veneto".

In chiusura mister, che campionato è quello di Serie D quest'anno?

"Quest'anno è tutto livellato, è difficile, veramente complicato. Per storia il Girone C è uno dei più difficili d'Italia, si spendono molti soldi, anche se poi vince solo una squadra. E' molto complicato e le favorite sono il Treviso e il Cjarlins Muzane. Inizialmente avevo inserito anche il Mestre, però ha avuto delle difficoltà".