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Sogliano: “Non è stato il modo di trattare un professionista. Eravamo in lotta per il primo posto”

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Sean Sogliano ha parlato per la prima votla della fine del sua esperienza a Padova

Tommaso Rocca

L'ex Direttore Sportivo biancoscudato Sean Sogliano, senza contratto e per cui libero di poter parlare, è intervenuto ospite di Sportitalia dove ha rilasciato le sue prime dichiarazioni sul controverso finale della sua esperienza a Padova. Queste le sue parole: "Sono una persona che dice sempre quello che pensa, anche ai presidenti e alle proprietà, probabilmente alla fine questo lo sconto, ma questo lavoro io l'ho sempre fatto così. Dispiace perché un'ora dopo aver vinto un derby a Trieste contro una grande squadra e dopo una bella partita non mi aspettavo certamente quello che è successo. Eravamo secondi, il Südtirol come è normale che sia stava iniziando a mostrare qualche difficoltà, poi potevamo arrivare primi come potevamo arrivare secondi, questo non lo so però almeno finire la stagione mi sembrava il minimo. Credo che se esiste un Dio nel calcio che l'anno prima ha mandato in B all'ultimo rigore l'Alessandria che era trent'anni che non andava su quest'anno sarebbe toccato a noi. Invece mandare via un professionista in quella maniera per me è comportarsi male, non è giusto. Il Palermo che invece si è sempre comportato in maniera professionale anche nei momenti di difficoltà, è stato premiato ed è salito. Avevo una possibilità di andare a Palermo finito il campionato, invece l'allenatore che reputo un grande uomo, ha detto che restava se fosse rimasto anche il direttore sportivo con cui ha vinto il campionato. Lo dico contro i miei interessi ma queste sono le cose che nel calcio contano ancora, e parlo di un allenatore con cui non ho mai lavorato che però in quel momento lì ha detto una cosa da uomo. Quando mi hanno mandato via non mi hanno detto nulla, come se fosse tutto normale. Ho scelto io il magazziniere e il dottore, siamo secondi e in lotta per il primo posto, sinceramente mi aspettavo un trattamento diverso, sono abituato a un altro tipo di calcio. Quando devo mandare via un allenatore sto male, lo mando via solo se obbligatorio. L'anno scorso mi chiedevano di mandare via Mandorlini che era arrivato primo a pari punti con il Perugia prima dei playoff. Io non lo farei mai, o ci devono essere dei gravi problemi ma allora lo mandi via un mese prima, non prima di iniziare i playoff. Io sono rimasto che nei rapporti ci vuole qualcos'altro, non siamo dei numeri, ci sono anche le persone, anche nel mondo nel calcio. Quando uno si fa il mazzo dalla mattina alla sera per la squadra bisogna comportarsi da professionisti, si arrivava a fine anno, ci davamo la mano e arrivederci, senza nessun problema".

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