Ieri Alberto Cavasin, 65 anni, ha diretto il primo allenamento del Bari Sardo. Che il 26 settembre comincerà il campionato di Prima categoria. Girone C, ogliastrino-nuorese. Obiettivo già dichiarato: la promozione. Ma cosa e chi ha portato un tecnico che ha allenato in A Lecce, Sampdoria, Brescia, Treviso e Messina e pure la Fiorentina in un paese della Sardegna di 3500 abitanti e, soprattutto in Prima categoria?
La storia
Cavasin riparte dalla Prima Categoria sarda e scherza: “Ho accettato da ubriaco”
Il tecnico trevigiano aspettava una serie D, si è fatto convincere dal presidente di una piccola realtà in provincia di Nuoro
"Di passaggi strani ne ho fatti eh - spiega l'allenatore trevigiano a La Gazzetta dello Sport - Da giocatore sono sceso dalla A alla C e pure da tecnico. L’ultima esperienza, finita a marzo del 2018, l’ho avuta a Santarcangelo di Romagna in C. Sembrava un grande progetto, che poteva coinvolgere il Rimini, e invece la proprietà serbo-croata poi non ha realizzato nulla. In Sardegna sono venuto tanto in vacanza. Gli amici che mi sono fatto mi dicevano che se ci fossi rimasto una volta per almeno 20 giorni avrei patito pure io il “Mal di Sardegna”. Avevano ragione. Un amico del mondo del calcio (Paolo Campolo, ndr) mi ha parlato di questa realtà; li stava aiutando a prendere dei calciatori. Pensava che, sentendo Prima categoria, avrei rifiutato. Ero entrato nell’ottica di un progetto in Serie D con ambizioni. Ma ho conosciuto il presidente Roberto Ibba, un passionale, semplice, genuino. Mi ha invitato lì per due giorni. Ci sono andato. Ho riflettuto. Ci sono andato altre due volte. Mi ha ubriacato con gli aperitivi. Io che sono quasi astemio. Ma ho capito che vuol fare qualcosa di importante sul territorio. Qui c’è uno staff tecnico vero, io ho portato un collaboratore, Alberto Possamai. Ci sono tanti ragazzi non sardi, ma anche i giovani locali. La squadra è fatta per salire. Poi, sia chiaro, dobbiamo vincere nove derby. Ma abbiamo 500 persone al campo. Il tutto esaurito fisso".
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