L'unica amarezza: poca sintonia nella piazza
—Riguardo al 2025 alle porte, noi di PadovaSport abbiamo una speranza, che sembra però più utopia. Che l'anno nuovo porti la piazza a compattarsi, che la squadra di calcio sia amata da tutti, come succedeva negli anni '90. Non ci riferiamo solo al rapporto club/tifoseria, ma anche al rapporto club/istituzioni, club/imprenditoria. Iniziamo dai tifosi: una frangia, piccola, vuole la "testa" di Bianchi e Mirabelli (incomprensibile). Un'altra parte, sempre tra i tifosi "scioperanti", vede nello stadio il motivo reale della protesta (e non tornerà finché la curva non sarà pronta). Poi c'è l'ala moderata, fatta da tifosi e club che continuano a frequentare lo stadio di casa, magari anche con lodevoli iniziative (vedi ACB guidato da Borsatti). Infine la fetta più grande: gli assenti. La parte di popolazione padovana che potrebbe essere "in target" calcio ma che snobba la squadra, informandosi magari solo tramite le testate online. Quella parte va "aggredita" con iniziative specifiche per ora non all'altezza (ma è anche comprensibile in questo momento, con l'eventuale serie B però servirà tutt'altra musica).
Anche il rapporto club/istituzioni è ai minimi termini: il Padova, almeno questo Padova, è mal sopportato. L'assessore Bonavina tende a preferire i concerti di Zed al calcio, aldilà delle dichiarazioni di circostanza necessarie, il rapporto con la dirigenza biancoscudata è ai minimi termini (ha contribuito anche il mancato accordo sul Centro Sportivo). Non che in periferia sia meglio: il sindaco di Teolo, Valentino Turetta, ha risposto con un video al vetriolo sui propri canali social alle ultime dichiarazioni di Alessandra Bianchi, tirandoci in ballo. Continuiamo a pensare che il Padova a Bresseo, a oggi, sia la soluzione migliore per quel centro, che riprenderebbe vita, si riqualificherebbe e riporterebbe i Colli Euganei a essere un punto di riferimento per il calcio padovano, con tutto quel che ne consegue (soprattutto in caso di Serie B).
Vero anche che le mancanze non stanno mai da una parte sola, se c'è incomunicabilità o comunque scarso feeling, dunque anche la governance Calcio Padova dovrà imparare, soprattutto in caso di promozione, a integrarsi e dialogare meglio con il territorio. Perchè solo così, in fondo, possiamo sperare di crescere negli anni e rivedere prima o poi la serie A.
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