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Foschi: “La sconfitta di Bergamo? Può farci bene”

Niente drammi e niente allarmismi. Il messaggio lanciato da Rino Foschi alla squadra, e soprattutto all’ambiente esterno, dopo l’ultimo ko del Padova in casa dell’Atalanta è forte e chiaro. Il direttore sportivo biancoscudato...

Redazione PadovaSport.TV

Niente drammi e niente allarmismi. Il messaggio lanciato da Rino Foschi alla squadra, e soprattutto all'ambiente esterno, dopo l'ultimo ko del Padova in casa dell'Atalanta è forte e chiaro. Il direttore sportivo biancoscudato mette innanzitutto dietro la lavagna l'attributo "netta" in più occasioni associato alla sconfitta per 4-1 di sabato nei commenti e nelle varie analisi. «Trovo il termine improprio - premette il diesse - perché a Bergamo non abbiamo subìto il gioco avversario. Ricordiamoci che tre gol su quattro sono arrivati su palle inattive e gli episodi ci hanno dunque condannato. Il risultato è più pesante rispetto a quanto si è visto in campo». Come deve essere giudicata allora questa battuta a vuoto? «Qualunque sconfitta brucia e fa male; mai ci sto a perdere, ma è da mettere in preventivo che possa succedere, a maggiore motivo se si va ad affrontare l'Atalanta, formazione appena scesa dalla serie A con ambizioni più grosse delle nostre e che ha investito molto per un immediato ritorno in massima serie».Con simili presupposti, quale è il giusto atteggiamento da tenere? «Bisogna ammortizzare e non fare drammi, vedere dove si è sbagliato e continuare nel processo di crescita. Una sconfitta può essere anche salutare, a patto che se ne sappia trarre la giusta lezione. Non c'era da esaltarsi prima quando abbiamo vinto per 4-0 sulla Reggina e non dobbiamo abbatterci per la sconfitta di sabato».Cosa le è piaciuto di più e di meno del Padova? «Ho apprezzato l'atteggiamento e la voglia di migliorare di questa squadra. Fino a oggi l'ho vista progredire di partita in partita, ma non si può avere sempre continuità. Ci sono poi anche delle cose da rivedere e di questo ne parliamo al nostro interno. In questi giorni non c'è stato comunque alcun faccia a faccia. Nel complesso, abbiamo stilato un programma biennale e stiamo rispettando le nostre attuali aspettative di una classifica medio-alta». A proposito di classifica, fa effetto vedere che dei diciannove punti conquistati, solo tre siano arrivati lontano dall'Euganeo. «Bergamo a parte, però, le sconfitte sono tutte discutibili per l'andamento delle varie gare che ci hanno visti condannati da episodi. Se analizziamo poi le altre trasferte, come Piacenza e Trieste, meritavamo di più rispetto al pareggio finale. Ribadisco, non bisogno cadere nell'errore, soprattutto all'esterno, di drammatizzare troppo la situazione. È ancora presto per fare confronti tra cammino interno ed esterno». Capitolo difesa. A Bergamo tre giocatori su quattro erano quelli che componevano il pacchetto arretrato dell'anno scorso. «Non faccio paragoni con il passato e comunque ribadisco che tre gol sono arrivati su calci da fermo. Analisi del genere non portano a nulla. Come negli altri reparti, abbiamo le coppie. Portin è un valore aggiunto che ricopre lo stesso ruolo di Cesar che sta facendo bene; Legati è anche un destro e giocava al fianco del brasiliano anche a causa dell'assenza di Trevisan che è il centrale di sinistra. Adesso ognuno è impiegato nel proprio ruolo». Per Vantaggiato, intanto, sono arrivate due giornate di squalifica. «Bisogna evitare di cadere in certe trappole come successo a lui. Si è lasciato andare e istintivamente ha sbagliato al termine di una gara nervosa e dopo avere reclamato un rigore. Anche in questo si deve crescere. Abbiamo un regolamento e al nostro interno ci comporteremo di conseguenza».