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Caso Liguori-Cretella, l’ondata di indignazione (a sproposito) sul Padova

Caso Liguori-Cretella, l’ondata di indignazione (a sproposito) sul Padova - immagine 1
Il tipo di accusa che pende sui due giocatori biancoscudati ha suscitato un'enorme reazione emotiva con l'opinione pubblica divisa tra giustizialisti e garantisti. Il club biancoscudato nell'occhio del ciclone
Stefano Viafora
Stefano Viafora Direttore responsabile 

Il Padova è stato travolto da una tempesta mediatica sul caso Liguori (e poi Cretella, situazione praticamente analoga). Alla notizia della condanna di Liguori e dell'immediata convocazione per la trasferta contro la Giana Erminio, si è aggiunta appunto la posizione del centrocampista Cretella, coinvolto in un altro processo per fatti simili. Ne hanno parlato tutti i giornali nazionali, il caso ha fatto scoppiare polemiche a livello politico e riacceso la discussione sull'opportunità o meno di mettere fuori rosa i giocatori coinvolti, in attesa (ma i tempi, abbiamo visto, sono lunghissimi), dell'ultimo grado di giudizio. Il seguitissimo giornale scandalistico Dagospia inizia il pezzo con "Ma che bei tipini nello spogliatoio del Padova...". Il Calcio Padova è sotto attacco: sui social, sotto ogni post che riporta la notizia, ci sono centinaia di commenti contro i giocatori coinvolti e contro il club, colpevole di non aver preso provvedimenti. Lo stesso sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha fatto sapere di non essere dalla parte della società. 

Ma il Padova, che colpe oggettive non ne ha (e anzi si ritrova travolto da uno scandalo di cui avrebbe fatto volentieri a meno in questo momento) è bloccato tra la necessaria prudenza (se i giocatori coinvolti poi risultassero innocenti nei gradi di giudizio potrebbero intentare una causa milionaria al club) e l'interesse contingente di non distruggere, sull'onda emotiva del momento, le carriere di due giocatori che, senza ipocrisia, rappresentano un patrimonio per la società. D'altra parte, come abbiamo già scritto, la giustizia sportiva ultimamente ha preferito non pronunciarsi e "temporeggiare" (vedi caso Portanova o Manfrin), anche perchè il famoso articolo 4 comma 1, dei principi di lealtà, correttezza e probità, proprio per il suo carattere necessariamente ampio ed elastico, rischia di essere troppo interpretabile e poco attinente a casi del genere (e, di nuovo, torniamo a dire: se poi vengono assolti?). Ecco forse, se dobbiamo trovare errori da parte del Padova, si è sottovalutato il tipo di accusa che pendeva su Liguori e Cretella al momento dell'ingaggio (la dirigenza era al corrente). Si poteva approfondire, decisamente, e magari decidere di non inserirli in rosa.


Restano, certo, due ombre inquietanti. Su due giocatori che rappresentano il Calcio Padova, seguitissimo anche da tanti ragazzini. Il calcio e lo sport in generale, soprattuto quando raggiunge livelli alti di visibilità, diventano anche uno strumento per l’educazione e la socialità. Oggi, dove (per fortuna) lo spirito del tempo è attraversato da maggior consapevolezza su temi del genere (la violenza contro le donne), fatti del genere non passano certo inosservati. E quindi cosa fare in questo interregno (lunghissimo) che va dalla sentenza di primo grado alla definitiva? Dovrebbero essere le loro coscienze (capiamo che è pura utopia) a spingerli in un senso o nell'altro: a continuare a scendere in campo a testa alta perchè innocenti o fare un passo indietro e auto-sospendersi se, quel giorno, con quelle ragazze, dovessero essersi resi conto di aver commesso un imperdonabile, terribile errore.

 

 

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