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Padova, con il Südtirol il terzo pari di fila! Ma dai singoli arrivano risposte positive

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Il secondo tour de force della stagione il Padova lo ha superato con buoni voti e una reputazione e una maturità crescenti. I biancoscudati, infatti, non hanno perso e hanno sempre avuto la forza di reagire dopo essere andati in svantaggio in...
Pietro Zaja
Pietro Zaja Redattore, telecronista 

Il secondo tour de force della stagione il Padova lo ha superato con buoni voti e una reputazione e una maturità crescenti. I biancoscudati, infatti, non hanno perso e hanno sempre avuto la forza di reagire dopo essere andati in svantaggio in tutte e tre le sfide dell’ultima settimana, con Juve Stabia, Spezia e Südtirol (qui le pagelle biancoscudate dopo la partita di ieri). Certo, con una vittoria sarebbe stato meglio, molto meglio, ma un buon margine dalle zone calde della classifica è comunque rimasto. E va custodito, lavorato e possibilmente ampliato nella prossima uscita al Martelli con il Mantova. Poi la sosta, e poi il Venezia, con il probabile ritorno del PapuGomez. Serve pazienza. Bisogna analizzare con attenzione ciò che ha funzionato e ciò che invece va ancora migliorato, con la consapevolezza, però, di aver trovato realmente la quadra per potersela giocare a viso aperto con tutti. L’esperienza e la maturità generale della squadra sono in crescita costante: merito di Andreoletti, ma anche dei singoli giocatori, che sentono la causa cucita sul petto e che lottano su ogni pallone in ogni centimetro di campo. Proviamo ad analizzare la partita di ieri del Padova con il Südtirol di Fabrizio Castori, terminata 1-1 grazie a un rigore di Bortolussi nella ripresa, che ha riequilibrato l’incontro aperto dalla marcatura di Merkaj.

Padova-Südtirol ai raggi X: un grande equilibrio, si distingue solo Buonaiuto

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Buonaiuto è stato l’unico elemento alternativo della partita (poi Seghetti con il suo ingresso proprio al suo posto), in una sfida preparata tatticamente in ogni minimo dettaglio. Il Padova, infatti, fa il suo gioco di sempre, passando di volta in volta dal 3-5-2 di partenza al 4-2-4 che a volte però diviene un chiaro 4-2-3-1. Dipende, infatti, da come Buonaiuto decide di occupare gli spazi: se posizionarsi al centro della trequarti, con Capelli e Varas ai suoi lati, o se dare appoggio a Lasagna lì davanti. Ma lo stile di gioco è quello di sempre: la difesa a tre (Faedo, Sgarbi e Villa) si apre a destra, con Barreca che arretra a sinistra per dare libertà avanzate a Capelli, e il duo dinamico, composto da Fusi e Harder, che agisce nel mezzo. Per il Padova, però, sfondare la linea difensiva avversaria e arrivare in porta è tutt’altro che scontato. Merito di una fase difensiva certosina da parte del Südtirol, che non domina, ma controlla i biancoscudati, soprattutto nella prima mezz’ora di gioco.

Il Südtirol, infatti, si difende con un 4-4-2 compatto e stretto (mentre attacca con il più classico dei 3-5-2). Davi S. si abbassa a sinistra nel ruolo di terzino, la difesa a tre, composta da Kofler, Masiello e Veseli, scivola a destra (come per il Padova in fase d’attacco), mentre Molina a destra si alza in linea con Tait, Tronchin e Martini, che occupa la fascia sinistra. Trovare spazi, dunque, non è semplice. E servire Buonaiuto è ancor più complesso, perché Veseli lo segue a uomo quasi a tutto campo e non gli lascia tregua. L’ex Cremonese, infatti, a volte si abbassa in linea con i centrocampisti, in altri momenti si alza, si allarga o si sposta in zone del campo anomale. Il tutto, per scappare dalla presenza della sanguisuga Veseli. Ma nel primo tempo la strategia andreolettiana funziona poco o nulla. A spuntarla è invece Castori, che nell’unica occasione creata, in un ultimo quarto d’ora di primo tempo giocato a ritmi più elevati, trova la rete. Gol di Merkaj di testa su assist di Molina dalla destra al 43’.

Andreoletti cambia moltissimo tatticamente nella ripresa

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Il secondo tempo è del Padova, chiamato a rispondere al vantaggio del Südtirol. Gli altoatesini, infatti, si affacciano pochissime volte dalle parti di Sorrentino, ma anzi, si arroccano ancor di più dietro. Andreoletti, a questo punto, le prova tutte per riacciuffare il risultato. Prima inserisce Bortolussi per Varas, trasformando il suo Padova in un 4-2-4 puro molto offensivo in fase di costruzione (in difesa rimane il consueto 5-3-2), con Buonaiuto ala sinistra e Capelli dalla parte opposta, a supporto del tandem Bortolussi-Lasagna. Poi, invece, quando effettua un triplo cambio (Di Maggio, Seghetti e Ghiglione per Buonaiuto, Lasagna e Faedo), si passa realmente a un 4-2-4, sia quando la squadra attacca, sia quando protegge la propria area. Ghiglione e Barreca fanno i terzini, Sgarbi e Villa i centrali, nel mezzo rimangono gli irriducibili Fusi e Harder, mentre Seghetti dà appoggio a Bortolussi al centro dell’attacco, con Di Maggio a sinistra e Capelli a destra.

La partita di Di Maggio, però, dura appena 11’. Per infortunio, infatti, l’ex Inter è costretto ad abbandonare il campo. Al suo posto entra Favale e così Andreoletti muta ancora il vestito della squadra. Il 4-2-4 rimane, ma Capelli ora passa a sinistra e Favale a destra, per sfruttare il piede forte in caso di botte verso lo specchio della porta. Il gioco del Padova stenta a decollare, anche per meriti avversari. Solo un episodio può deciderla. E così è stato. Kofler tocca in area il pallone con il braccio: è rigore e Bortolussi non sbaglia dal dischetto. Gli aggettivi per l’attaccante 29enne sono ormai finiti: 6 centri stagionali e secondo posto nella classifica marcatori solo dietro a Gliozzi, a quota 7. A inizio anno non ci avrebbe creduto nessuno. E invece Bortolussi trascina il Padova al terzo pari di fila, con il Südtirol, al terzo punto consecutivo, che muove la classifica e permette di lavorare con più serenità su aspetti da migliorare e modellare. Parola di Andreoletti, che si è detto soddisfatto, in particolare della prova di alcuni singoli.

Una marcatura sbagliata e il solito atteggiamento corretto

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Il Padova è stato punito nel primo tempo a causa di una marcatura sbagliata sul cross già ricordato di Molina per la testa di Merkaj. A marcare il mastino albanese di 188 cm, infatti, c’era il più minuto Capelli, 175 cm (13 cm di differenza). Un errore di lettura della situazione, che ha portato Faedo a contrastare Odogwu, e Capelli, come al solito motorino instancabile sulla fascia, a vedersela con Merkaj. Ha avuto la meglio il Südtirol, che poi, però, ha dovuto fronteggiare il consueto atteggiamento voglioso e corretto del Padova. Che ha combattuto fino alla fine per pareggiarla, riuscendoci nell’occasione del rigore trasformato da Bortolussi. La nota più positiva che emerge dal trittico di partite appena archiviato, infatti, è, come già ampiamente ribadito, l’approccio della squadra, che vuole dimostrare di poter fare un gran campionato. Merito anche ad Andreoletti, che riesce sempre a tenere la squadra sul pezzo, tirando se serve degli urlacci da farsi sentire anche in Prato della Valle. Ma è giusto così: tutti sul pezzo! Forse un messaggio subliminale per far capire che davvero serve l’appoggio di tutti, di tutta la città.

Seghetti e Villa: che bella impressione in Padova-Südtirol

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Wow. Senza nulla togliere al principe azzurro Harder, che abbiamo imparato a conoscere e ad ammirare. E a Di Maggio, che ieri ha giocato troppo poco per essere valutato. Lo stupore maggiore degli ultimi giorni è relativo alle prestazioni di Seghetti e Villa. Se il primo è subentrato con il Südtirol con una fame mostruosa e con un’impressionante voglia di spaccare il mondo (finalmente ha avuto la chance che meritava e chissà che non possa rivedersi dal 1’), riuscendo anche a far traballare in certe situazioni la difesa tirolese, il secondo si è reso protagonista di una prestazione sontuosa fin dall’inizio. Forse il migliore in campo, una sicurezza per la squadra, sempre presente negli interventi difensivi. Rapido, scaltro, furbo: non è sembrato un giovane difensore alla prima annata in Serie B. L’incertezza mostrata a inizio stagione, con il Vicenza in Coppa Italia e l’Empoli in campionato, è stata spazzata via da una prova matura e solida. Adesso sì che Andreoletti avrà realmente difficoltà nello scegliere la formazione da spedire in campo (e ahimé, anche noi nel provare a prevederla!). Lui e Seghetti sono in ascesa. Le loro occasioni se le sono conquistate con il duro lavoro in settimana. Andreoletti lo sa meglio di tutti.

Sorrentino-Fortin: si accende la rivalità in porta?

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Qualche cambio ce lo aspettavamo In Padova-Südtirol  alla terza partita in sei giorni. Non però in porta. Andreoletti ha spiegato nel post-partita che Fortin era un po’ stanco mentalmente (ci può stare), ma un’altra ipotesi noi ce l’abbiamo. Il gioiellino del Padova, infatti, in questo primo scorcio di campionato è parso un po’ incerto in alcune uscite alte dentro l’area di rigore. Ma ancor di più nell’area piccola. Sorrentino, invece, portiere più esperto, ha fornito una soluzione diversa. Più sicurezza, in una partita giocata contro una squadra fisica e che ha avuto a disposizione ben otto corner. Nulla di preoccupante, in ogni caso, per Fortin. Fa parte del suo percorso di crescita. Tra i pali c’è anche Sorrentino e i portieri non sono tutti uguali. Ognuno ha le sue caratteristiche, che possono tornare più o meno utili a seconda dell’avversario.